La soglia del dolore è qualcosa di diverso dalla tolleranza al dolore, e ci sono fattori che la condizionano. Ma ci sono pure modi per aumentarla

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Spesso potrebbe esservi capitato di sentir dire che la vostra soglia del dolore è alta, oppure bassa. Ma siete sicuri di sapere che cosa voglia dire? Capita infatti di confonderla con la tolleranza al dolore. Le due cose sono ben diverse.

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Che cos’è la soglia del dolore

La soglia del dolore è il punto in cui una sensazione passa da innocua a dolorosa, mentre la tolleranza è quanto si riesce a sopportare il dolore nel momento in cui diventa reale e concreto. Entrambe dipendono da complesse interazioni tra i nervi e il cervello, e variano da persona a persona.

Il dolore è importante

Il dolore è un’esperienza fondamentale. Avvisa ad esempio di una potenziale malattia o lesione che va affrontata. Quando lo si avverte, come riporta il sito Sodinonsapere.com, i nervi vicini inviano segnali al cervello attraverso il midollo spinale. Il cervello interpreta questo segnale come un segno di sofferenza, che può innescare riflessi protettivi. Banalmente, quando si tocca una pentola che scotta, il cervello riceve subito segnali che indicano sofferenza e questo fa sì che noi allontaniamo la mano senza starci nemmeno a pensare.

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Da che cosa dipende la soglia del dolore

Molti sono i fattori che influenzano la soglia e la tolleranza: genetica, età e sesso solo per citarne alcuni. A tal proposito è risaputo che le donne sopportano meglio, infatti possono sperimentare il parto.

Come aumentarla

Ci sono dei modi per provare ad aumentare questa soglia. Uno studio del 2014 ha evidenziato che coloro che praticano regolarmente yoga tollerano di più il dolore. Essi inoltre sembrano avere più materia grigia in alcune parti del cervello correlata all’elaborazione del loro malessere, alla regolazione del dolore e all’attenzione.

C’è poi il biofeedback, tipo di terapia che aiuta ad aumentare la consapevolezza di come il corpo risponde a fattori di stress e altri stimoli. Durante una sessione di biofeedback, un terapista insegna a utilizzare tecniche di rilassamento, esercizi di respirazione ed esercizi mentali per ignorare la risposta del corpo allo stress o al male.

Infine una sana dormita è sempre utile. Dormire troppo poco più volte a settimana può ridurre la tolleranza al dolore perché fa sì che il corpo sia in debito di sonno. Questo si ripercuote in termini di qualità di recupero per nervi e muscoli.

Foto: Shutterstock