Non si tratta solo di pensieri e preoccupazioni: a tenerci svegli la notte è anche il deterioramento di alcune sostanze nel cervello.

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Spesso i pensieri che si rincorrono nella testa ci rendono difficile dormire bene la notte e ci alziamo la mattina quasi più stanchi della sera. Dormire male è una condizione che diventa più frequente con l’avanzare dell’età e un nuovo studio americano ha cercato di indagarne le cause. Il team di ricercatori d’oltreoceano, infatti, ha approfondito i meccanismi cerebrali che regolano sonno e veglia.

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Dall’osservazione delle cavie, è emerso che i circuiti coinvolti tendono a degradarsi con l’avanzare degli anni. Secondo quanto pubblicato sulla rivista ‘Science’, dunque, la Stanford University parla di oltre la metà degli over 65 colpiti da insonnia. Questo dipenderebbe dalle ipocretine, sostanze chimiche prodotte da alcuni neuroni dell’ippotalamo.

Come si è visto nei topi più anziani oggetto dell’osservazione, le ipocretine decrescono fino al 38% con l’aumento dell’età. Inoltre, nel tempo aumenterebbe anche la sensibilità di tali sostanze determinando una maggiore inclinazione al risveglio e, di conseguenza, all’insonnia. Come riferisce anche ANSA, dunque, un cattivo sonno è dovuto biologicamente al deterioramento delle ipocretine.

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E questo, a sua volta, dipenderebbe dai canali del potassio che regolano le funzioni di diversi tipi di cellule. Lo studio, in attesa di ulteriori approfondimenti, apre già la strada allo sviluppo di farmaci più efficaci per un sonno migliore.

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