Esistono davvero luoghi che emanano energia negativa? E come agirebbe sul nostro organismo? Ecco le tesi più diffuse.

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Ci sono ambienti in cui ci sentiamo istintivamente a disagio, quasi che ci provocassero una sensazione di malessere generico che neanche riusciamo a spiegarci. In questi casi, tendenzialmente, parliamo di energia negativa come se i luoghi fossero in grado di emanare vibrazioni capaci di farci stare male. Ma è davvero possibile? In molti hanno cercato di indagare il tema per fare chiarezza e ad oggi sono tre le ipotesi prevalenti sull’influenza che un ambiente può esercitare a livello psicologico.

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Secondo la teoria del residuo emotivo, il nostro sistema nervoso riuscirebbe ad avvertire i segnali chimici legati alle emozioni vissute in un certo luogo. Se, dunque, in un ambiente si sono registrate molte emozioni negative, il nostro organismo riuscirebbe a percepirle anche a distanza di tempo, come se fossero tracce persistenti.

Come spiega esquire.com, la seconda teoria è nota come teoria geopatica dello stress che, sebbene non abbia alcun riconoscimento scientifico, gode di un certo interesse. Alla base c’è la convinzione che i fattori ambientali e geologici di una determinata regione possano condizionare la salute fisica e mentale delle persone che la popolano. Se da un lato è difficile affermare il contrario, resta ugualmente complesso isolare i singoli fattori in modo da definirne con precisione la portata.

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La terza teoria, infine, mette in campo il ruolo delle aspettative che noi stessi costruiamo elaborando associazioni di pensiero che possono influenzarci. Si tratta di un condizionamento che può essere anche molto potente e che, secondo alcuni psicologi, orienta i nostri comportamenti. È il caso, per esempio, di una casa abbandonata che viene percepita come un ambiente negativo o addirittura infestato. Questa idea potrebbe essere legata semplicemente al fatto di non avere consuetudine con edifici poco curati. Niente a che fare, dunque, con spiriti maligni.

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