L’ultimo restauro delle Cappelle Medicee a Firenze, tra i capolavori di Michelangelo, è stato fatto da un batterio. Ecco il risultato.

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Mentre il lockdown ci chiudeva in casa e svuotava le città, fervevano i lavori di restauro nelle Cappelle Medicee a Firenze. L’operazione è stata curata da un gruppo di ricercatori di ENEA e CNR che hanno operato sui capolavori di Michelangelo in maniera inedita. Per pulire le superfici marmoree famose nel mondo sono stati, infatti, utilizzati dei microorganismi selezionati. Questi batteri, educati a magiare la sporcizia, hanno così lavorato sul marmo eliminandone le impurità accumulate nel tempo.

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Nel silenzio della cappelle fiorentina, i batteri hanno proceduto in un lavorio costante su macchie e segni di vecchia data. Nel corso dei secoli, infatti, le operazioni di calco per copiare le tombe michelangiolesche sono state svariate. E i danni si sono accumulati facendo perdere il colore originale dei monumenti. Questa volta, a porre rimedio ci ha pensato la Serratia ficaria SH7, microorganismo che si nutre di macchie. I restauratori hanno cosparso le superfici con gel contenente il batterio raccolto in suolo contaminato. La fame dei microorganismi ha fatto il resto, riportando al bianco originario i sarcofagi di Michelangelo.

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Articolo di Paola M. Farina

Foto Shutterstock