In questa intervista Nathalie ci spiega come funziona lavorare sfruttando la luce solare: è necessario rallentare, assecondare i ritmi della natura ed “alleggerirsi”, anche se la tecnologia può aiutare molto.

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Anche la musica può parlare la lingua della sostenibilità, nonostante le tante polemiche che negli anni passati hanno investito cantanti molto famosi, italiani e stranieri: questo perchè i grandi concerti non sono mai esattamente sostenibili, soprattutto se avvengono in luoghi diversi dalle città.

L’esperimento di Nathalie e del suo Freemotion però ci dimostra che in molti casi volere è potere e che la sostenibilità non è un dazio da pagare, ma un’opportunità irripetibile di creare qualcosa in comunione con la natura: la cantante italo-belga, vincitrice di X Factor 4, ha infatti deciso di registrare un intero album in un camper alimentato a pannelli solari.

Una scelta etica ma anche artistica, che l’ha portata a comporre e realizzare i suoi brani in un modo del tutto diverso da quello a cui lei stessa era abituata e che le ha fatto comprendere come la natura sia un’ottima spalla per una compositrice: per l’ispirazione che regala, ma anche per i contributi, gratuiti ed assolutamente unici, che elargisce.

Nell’ultimo singolo ad esempio, Lonely God, è possibile sentire in più punti (in particolare nel finale) il frinire delle cicale che si sposano alla perfezione con la musica e che proprio in quel momento avevano deciso di farsi sentire, entrando di fatto nell’incisione del pezzo.