Sembra la parte più semplice della raccolta differenziata, quella che non ci fa venire dubbi: ma è veramente così?

La raccolta differenziata è uno dei modi a disposizione dei singoli cittadini per dare il loro contributo alla causa ambientale: è molto importante che venga eseguita nel modo giusto e dividendo correttamente gli scarti, cercando sempre -questa è la regola numero uno- di produrne meno possibile.

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Questo è molto più fattibile quando si parla di cibo: evitare gli sprechi è un preciso dovere di tutti e anche limitare la produzione di rifiuti, cucinando tutto quello che si può. Esistono molti libri, scritti anche da famosi chef, dove le ricette sono a base di elementi tradizionalmente destinati a finire in pattumiera: le ispirazioni quindi non mancano.

Ogni Comune ha le sue indicazioni, ricordiamo però alcune cose in via generale: i sacchi per il conferimento dell’umido devono essere del tipo giusto, biodegradabili e compostabili, con la dicitura dello standard europeo Uni En 13432:2002 e il marchio di un ente come il Cic (Consorzio compostatori italiani), questo ovviamente se si decide di usarne altri diversi da quelli che vengono forniti dall’Ente. Stessa cosa per il contenitore: deve essere forato, per evitare cattivi odori e ristagni. Nell’umido possiamo conferire ogni scarto di preparazione di tipo vegetale o animale; fiori appassiti (ma non piante malate o legno verniciato), sughero, cibo secco degli animali domestici, fazzoletti di carta e tovaglioli bianchi.

Occhio a quando mangiamo i frutti di mare: i gusci dei molluschi non vanno buttati nell’umido, perchè per la loro composizione non sono biodegradabili, ma in genere nel rifiuto secco indifferenziato. Vale sempre la pena fare una telefonata all’ufficio preposto del vostro comune di residenza.