Ad inizio Aprile, Trieste è stata invasa dalle meduse. Un fenomeno peculiare che non deve, però, stupirci. Il surriscaldamento globale è il motivo di questo curioso evento.

Ad inizio Aprile, Trieste è stata invasa dalle meduse. Un fenomeno peculiare che non deve, però, stupirci. Il surriscaldamento globale è il motivo di questo curioso evento.

Trieste accoglie le meduse

Il molo Audace e la stazione marittima si inseriscono nel centro di Trieste con un limpido specchio d’acqua, solitamente trasparente.
Agli inizi di Aprile, l’acqua si è tinta di rosa, del colore del dorso delle meduse Rhizostoma Pulmo, l’animale marino più comunemente chiamato “polmone di mare” o “dama di mare”.
Una vista sicuramente suggestiva per gli abitanti di Trieste e per tutto il popolo di internet, ma che non deve stupirci.

Rhizostoma Plumo in superficie, qual è il motivo?

Il motivo è molto semplice: l’emergenza climatica.
Da un lato, il surriscaldamento globale, con il conseguente surriscaldamento degli oceani, favorisce la riproduzione della specie di meduse in questione.
Un fenomeno che i polipi dell’Adriatico, ad esempio, conoscono perfettamente.
Non solo il numero delle meduse risulta in continua espansione, ma la specie tende sempre più alla superficie.
Questo a causa dell’aumento delle attività antropiche in mare, che in parte contribuiscono alla cementificazione dei litorali e dei fondi marini.
Le meduse sono, così, spinte sempre di più verso la superficie.
Un fenomeno difficile da controllare, soprattutto dal momento in cui le meduse rappresentano un organismo molto antico e resistente ai cambiamenti.

Sono anni molto fertili per la riproduzione delle meduse Rhizostoma Plumo, estremamente favorita dal surriscaldamento globale.
Bisogna, quindi, abituarsi a fenomeni come quello di Trieste .

La ricercatrice dell’OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale), Valentina Tirelli ci tiene a precisare che l’esemplare di medusa Rhizostoma Plumo non è particolarmente pericolosa per l’uomo ed è, anzi, sempre presente in maniera “invisibile” nelle acque di Trieste.
“Non è dunque una gran novità ma è eccezionale che ci siano tanti esemplari” afferma Valentina Tirelli.