Incredibile ma vero: non solo, dopo un periodo d’adattamento questo sistema accontenta tutti e lo stipendio dei dipendenti viene rinegoziato (esclusivamente fra colleghi) due volte all’anno

Un sistema folle, che però funziona: è lo stesso CEO dell’azienda, Jason Trost, a definire così il modo in cui vengono decisi gli stipendi in Smarkets, la start up londinese che si occupa di scommesse. In questa società infatti sono gli stessi dipendenti che stabiliscono la cifra che devono percepire, senza possibilità di contraddittorio da parte dell’azienda. Il solo limite è l’approvazione dei colleghi: la proposta di stipendio viene sottoposta a referendum e poi le cifre pattuite pubblicate su una piattaforma intranet.

Un sistema veramentre “folle”, almeno dal punto di vista del datore di lavoro, ma che ha i suoi lati positivi: l’assoluta trasparenza della cosa fa in modo che le richieste non possano essere troppo esose -altrimenti non verrebbero approvate dai colleghi- e il lavoratore che non vuole riconoscere i meriti degli altri o eccessivamente polemico si troverà poi nella condizione di sottoporre a sua volta la richiesta a quegli stessi colleghi.

Tutto viene messo in piazza, per così dire, e non esiste più la figura del “leccapiedi” del capo (che non decide lo stipendio): ovviamente all’inizio ci sono stati scontri, racconta Trost, ma alla fine si è giunti ad una situazione di equilibrio.

Ora lo stipendio dei dipendenti viene rinegoziato due volte all’anno, a meno di casi speciali: un collega in difficoltà per problemi di salute o di altro genere, che gli altri possono scegliere di aiutare.

Questo modello estremo di negoziazione non è certamente adatto per ogni azienda: per ora l’esperimento londinese resta un unicum!

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