Tecnicamente si chiama “offsite”: è una strategia di team building molto apprezzata dai dipendenti, tutti under 30 e tutti con alle spalle esperienze all’estero

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C’è una start up tutta italiana, composta per la maggior parte da ragazzi under 30, che si occupa di service design, user experience e supporto alla produzione di software in ambito farmaceutico: sta diventando una realtà importante, in Italia e all’estero, e punta moltissimo sul team building.

E quando si parla di team building, Buildo fa sul serio: non solo condivisione di uno spazio di lavoro libero ed aperto, molto americano, ma anche di viaggi, incontri, avventure. Per questo l’azienda mette a disposozione un budget annuale che i dipendenti possono sfruttare per partecipare ad incontri di lavoro, seminari, workshop, intervallati da momenti di relax, gite, visite culturali. Tutto a spese dell’azienda.

Due volte all’anno, in febbraio e in ottobre, i dipendenti di Buildo hanno questa possibilità: trascorrere qualche giorno fra incontri di lavoro e relax, rinforzando nel frattempo il team grazie alle esperienze condivise. Tecnicamente si chiama “offsite” ed è un approccio al lavoro che viene più dall’estero che dall’Italia: non a caso, quasi tutti gli impiegati dell’azienda hanno avuto esperienze all’estero prima di entrare in Buildo.

Anche i sei fondatori (Luca Cioria, Daniele Gallingani, Andrea Lattuada, Claudio Caletti, Giovanni Gonzaga e Gabriele Petronella) si sono conosciuti  alla facoltà di Scienze Informatiche all’Università dell’Illinois, a Chicago: ma erano tutti convinti di voler tornare a lavorare in Italia. Per loro infatti l’America non è la terra perfetta che si dipinge ma un posto dove i servizi pubblici sono pochi e c’è poco rispetto anche per la persopna e per il lavoratore.

I sei ragazzi hanno “importato” quanto c’era di buono ed ora la loro Buildo va alla grande: hanno chiuso il 2017 con un fatturato di un milione e 200mila euro .

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