Impollinèmesi è il primo eco-murales multimediale d’Italia che vede coinvolti gli artisti Zed1, Silvia Scaringella e Alessio Mosti

loading

Un nuovo progetto di sensibilizzazione nel segno della sostenibilità. Questo e molto altro è Impollinèmesi, primo eco-murales multimediale d’Italia. A firmarlo è Zed1, e ad arricchirlo sono le opere plastiche della scultrice Silvia Scaringella. L’artista del suono Alessio Mosti ha invece trasformato il suono delle api in vera e propria colonna sonora dell’opera.

LEGGI ANCHE: >> I Bronzi di Riace sono le meta-celebrity della Festa del Cinema di Roma

Che cos’è Impollinèmesi

Impollinèmesi è nato in Toscana, a Carrara, sulla Scalinata Monterosso, il 14 ottobre 2022. Un incontro tra tecnologia, ambiente e arte urbana, scultorea e musicale. Il progetto è nato dall’associazione di promozione sociale A.p.s. Oltre, con la collaborazione e la curatela della no profit Yourban2030. In collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Carrara, con il patrocinio del Comune di Carrara. E grazie al sostegno della Fondazione Marmo e alla consulenza scientifica dell’apicoltrice Martina Bigi. Realizzato con pitture Airlite, Impollinemesi purificherà ogni giorno l’aria dall’inquinamento prodotto da 31,5 auto Euro 6. Assorbendo 6,8 kg di CO2 nel primo mese di applicazione.

Gli artisti coinvolti

Impollinèmesi, si diceva, vede l’impegno di Zed1, Silvia Scaringella e Alessio Mosti. Tre artisti con provenienze differenti e mondi di riferimento distanti, che si incontrano in un progetto di dialogo tra arti. Ma anche tra ecosistemi, per raccontare e restituire al visitatore l’incantevole complessità del mondo delle api. Un ecosistema fragile e allo stesso tempo “ultra” produttivo che i tre artisti hanno voluto immortalare in un’opera di arte urbana purificatrice d’aria. Questa unisce la componente sonora a quella scultorea con un obiettivo ben preciso. Ovvero sensibilizzare il grande pubblico sull’obiettivo 15 della Agenda 2030 sul complesso legame che unisce tutte le componenti biotiche e abiotiche di un territorio.

“Impollinèmesi” fa sapere Zed1 “racconta l’amore visto attraverso gli occhi delle piante. Un cupido fa innamorare i fiori, trafiggendoli con delle frecce su cui a loro volta si posano le api. Cupido, però, non è una divinità, bensì l’umanità stessa – le nuove generazioni – nelle cui mani è il destino delle api e che può ancora decidere di arginare con un suo intervento consapevole lo spopolamento di questa specie preziosa per l’intero ecosistema”.

La colonna sonora di Impollinèmesi

Grazie alla composizione del sound artist Alessio Mosti Impollinèmesi è il primo eco-murales multimediale d’Italia. Avvicinandosi all’opera e inquadrando i QR code, il visitatore può ascoltare una particolare “colonna sonora”, quella delle api. Una composizione completamente inedita basata su un paesaggio sonoro frutto di campioni collezionati direttamente in apiario – con la collaborazione dell’apicoltrice Martina Bigi – raccolti con tecniche sperimentali di Field-recording.

Incontro tra suono e arte

La tecnologia incontra il suono e l’arte, fino a farsi narrazione di una storia che chiunque può scoprire avvicinandosi a Impollinèmesi. Una storia di resistenza, tutela della biodiversità e dell’ecosistema con un occhio particolare alle api, il cui equilibrio è fortemente minacciato dalla vespa velutina, giunta in Italia per vie commerciali e che sta gravemente alterando l’equilibrio di questi preziosi insetti.

Vespa velutina, perché è un pericolo

La Vespa Velutina è un calabrone originario dell’Asia sud-orientale ed è comparsa in Europa, in Francia, nel 2004, trasportata con un carico di merci. Si è diffusa in pochi anni anche in Belgio, Spagna, Portogallo e Germania, dimostrando la sua capacità di fare notevoli danni.

Dal 2012 è presente anche in Italia. Come tanti altri insetti alieni crea squilibrio nel nuovo ecosistema. Grande predatrice di api mellifere e selvatiche, la sua forza risiede nella tecnica di caccia e nel numero molto elevato di individui per nido. Le nostre api non sono pronte a questo cacciatore, che può predare le colonie fino alla morte.

Il contributo dell’apicoltrice Martina Bigi

L’apicoltrice Martina Bigi fa sapere: “Le api sono in pericolo, sia le api mellifere che le api selvatiche; quindi, più in generale tutti gli insetti impollinatori […] Le cause sono diverse: dalla perdita degli habitat, l’avanzare delle città e la cementificazione […] Un’altra causa del declino degli insetti è legata ai cambiamenti climatici che possono influire tanto sulla ricerca di cibo e anche sui cicli biologici e riproduttivi degli insetti. Nella nostra zona da qualche anno abbiamo anche problema della Vespa velutina: l’ennesimo insetto alieno, arrivato sul nostro territorio e sulle nostre api. […] Abbiamo il compito di monitorare l’avanzata di questa vespa e anche di creare una sensibilizzazione in una popolazione […]. Sono molto felice di aver partecipato al progetto del murales con Zed1, Silvia Scaringella e Alessio Mosti; io penso, spero, di aver risposto alle loro curiosità. […] E grazie a quest’opera pubblica, visibile a tutti, spero che ci sia un ritorno di consapevolezza, un’interrogazione buona nelle persone e anche magari qualche risposta buona di tutti noi”.

Foto: Yourban 2030 via HF4