La Terra sta accelerando il tempo in cui compie la rotazione su se stessa, e gli ingegneri di Meta lanciano l’allarme per possibili effetti sui sistemi informatici

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Il 29 giugno scorso abbiamo vissuto il giorno più corto di sempre, ma ovviamente non ce ne siamo accorti. La Terra, cioè, ha compiuto la propria rotazione su se stessa in meno tempo del previsto. Si parla di 1,59 millisecondi di anticipo rispetto alle canoniche 24 ore. Possono sembrare pochi, però alla lunga potrebbero avere impatti notevoli sui dispositivi digitali.

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Perché la Terra sta accelerando?

Quali sono le cause di questa accelerazione della Terra? Non è chiaro. Di certo più o meno 1,4 miliardi di anni fa il nostro pianeta impiegava meno di 19 ore per compiere una rotazione completa. Poi ha rallentato di circa 74.000 millisecondi all’anno, fino ad arrivare alle attuali 24 ore. Forse vari fattori hanno contribuito a questo risultato: l’influenza della Luna sulle maree, lo scioglimento delle calotte glaciali, i moti del nucleo interno. L’ipotesi principale è che un ruolo importante lo abbia l’Oscillazione di Chandler, ovvero piccole oscillazioni dovute alla non perfetta sfericità della Terra. Queste hanno come effetto lo spostamento ciclico dell’asse di rotazione globale di 3-4 metri dal Polo Nord con un periodo di 433 giorni.

Servono secondi intercalari?

Se questo trend di accelerazione dovesse proseguire a lungo ci sarebbe la necessità di togliere un secondo dai nostri orologi. In gergo tecnico si parla di “secondi intercalari”. Un’ipotesi che spaventa gli uffici di Meta, casa madre di Facebook e Instagram.

Il timore di Meta

Gli ingegneri di Menlo Park Oleg Obleukhov e Ahmad Byagowi hanno dichiarato di volersi adoperare per “fermare la futura introduzione dei secondi intercalari” per “i prossimi mille anni almeno”. “Come settore incontriamo problemi ogni volta che viene introdotto un secondo intercalare. E poiché è un evento così raro, devasta la collettività ogni volta che accade”. E ancora: “Siccome l’impatto di un secondo intercalare negativo non è mai stato testato su larga scala, questo potrebbe avere un effetto devastante sui software che si basano su timer o strumenti di pianificazione. E in ogni caso, ciascun secondo intercalare è una grande fonte di dolore per chi gestisce infrastrutture hardware”.

Foto: Shutterstock