Cosa sta succedendo al padel? Burocrazia disorientata, mancanza di regole e sicurezza sono il vero rischio per questo settore

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Italian Padel, realtà bresciana leader a livello italiano e europeo nella produzione di campi da padel, lancia un allarme. Burocrazia esasperata o assente, mancanza di precise regole e dubbia sicurezza di alcuni impianti sono un rischio per questo settore. Le problematiche presenti oggi secondo Claudio Galuppini sono svariate e le ha raccolte in una di guida in 5 punti.

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Il problema della burocrazia…

La burocrazia approssimativa o pressoché inesistente di alcune zone e comuni porta a un’attesa di parecchi mesi o di alcuni anni. Questo causa molteplici svantaggi, in quanto gli investitori si trovano disorientati o in errore poiché sottovalutano i reali tempi e costi di realizzazione. Ciò li porta ad abbandonare i progetti perché seguire l’iter burocratico e il rispetto di tutte le normative nazionali vigenti diventa oneroso. Sia in termini di costi sia di tempistiche. Si passa spesso da comuni dove vige l’“edilizia libera” ad altri comuni in cui, per costruire un campo da padel, sono necessari permessi, calcoli e figure professionali ad hoc.

… e della mancanza di regole

La mancanza di precise regole porta a totale confusione ed incertezze, non solo fra gli investitori ma anche fra le stesse amministrazioni. Capita sempre più spesso, infatti, che proprio le amministrazioni si rivolgano ai produttori per richiedere indicazioni sul corretto iter burocratico da seguire e da far rispettare.

Parecchi progetti sono stati definitivamente abbandonati per i troppi cavilli e le lungaggini burocratiche riscontrate durante l’operazione di cambio di destinazione d’uso di immobili produttivi/commerciali. Molte amministrazioni non hanno per niente agevolato o, addirittura, hanno percepito come un reale problema queste situazioni. Perdendo così di fatto le opportunità di riqualificare diversi immobili dismessi e di generare nuovo business e occupazione sul territorio. Per gli immobili esistenti l’iter burocratico, tranne alcune amministrazioni virtuose, varia mediamente a oggi dai 6 ai 36 mesi. In un lasso di tempo così ampio e snervante, l’investitore troverà molte variabili che faranno lievitare a dismisura i costi, modificare l’opportunità di business. E esasperarne l’attesa fino all’abbandono del progetto.

Il problema dei costi

Altre volte, invece, sono i troppo elevati costi di adeguamento dei locali a far demordere gli investitori. Ma non solo, si hanno grandi difficoltà a trovare capannoni già abilitati a uso sportivo da adibire a centri di padel. Nonostante la grande quantità di capannoni dismessi e la grande richiesta degli stessi, per molte amministrazioni comunali che non sanno ancora come affrontare il fenomeno padel, il cambio di destinazione d’uso è a oggi un processo molto lento, elaborato e oneroso tanto da far demordere anche qui molte iniziative.

Impianti non a norma

Prodotti inadeguati ma a basso costo disorientano i potenziali acquirenti, rendendo totalmente fuori mercato i prodotti realizzati dalle aziende più serie. Questo porta alla nascita di impianti non a norma, pericolosi per utenti, installatori e gestori, che generano estrema confusione fra i gestori. Sia per la differenze dei costi di realizzazione che nelle differenze poi nelle tariffe dell’offerta.

“Se non si faranno rispettare le regole negli anni a venire migliaia di nuovi posti di lavoro e opportunità rischiano di andare perdute” conclude Claudio Galuppini.

Foto: Shutterstock