Il desiderio di risprmiare ha a che fare con le aree del cervello che regolano le risposte emotive: ecco perchè la pandemia ha influito, e come, sui risparmi degli italiani

ABI ha certificato che sui conti correnti degli italiani ci sono 162 miliardi di euro in più rispetto a dicembre 2020. Una montagna immobile di liquidità. Eppure, basta accendere la TV o accedere ai social per essere sopraffatti da notizie che rimandano a difficoltà economiche.

Come convivono i 2 fenomeni, a prima vista, antitetici? Gli studi di finanza comportamentale uniti alle recenti tecnologie neuroscientifiche, che fotografano il cervello in vivo, possono far luce su questo apparente conflitto.

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Lorenzo Dornetti, Laureato in Neuroscienze all’Università Vita Salute San Raffaele di Milano e Direttore del più grande laboratorio di neuroscienze privato in Italia, il Neurovendita Lab, spiega questo fenomeno:

Una prima lettura basata su una visione oggettiva della realtà è che questa pandemia non ha colpito tutte le categorie professionali nello stesso modo. Ma questo non basta a spiegare il contrasto. Da un lato abbiamo una percezione disperata, dall’altro il dato di un risparmio immenso, che cresce ogni mese. “

Perché una persona risparmia? La risposta più comune a questa domanda è: “perché non si sa mai”. In queste poche parole si nasconde la chiave della comprensione.

Secondo Dornetti: “La neuroscienza dimostra che quando si parla di risparmio si attivano le aree limbiche, ovvero le parti del cervello responsabili del comportamento emotivo e poco le aree corticali, che determinano le azioni razionali e logiche.”

Ecco in una foto del cervello cosa succede quando si approccia il tema denaro in pandemia.

Le aree gialle stanno consumando glucosio, quindi sono attive e determinano il comportamento. Le aree grigie sono a basso consumo energetico, quindi non spingono all’azione. La fotografia è un’istantanea di quanto avviene nella nostra testa. Quando si parla di soldi è il sistema limbico che si attiva e determina, più o meno inconsapevolmente, le azioni conseguenti.

La pandemia ha innescato la paura. Il terrore ha determinato un comportamento irrazionale, ovvero un accumulo di risorse, in molti casi, ben oltre le necessità.

È come se il nostro sistema nervoso, citando il premio Nobel Kahneman, avesse attivato il sistema automatico.” Continua Lorenzo Dornetti: Consideriamo il denaro alla stregua di “provviste alimentari”, da tenere per i tempi bui. Trattiamo i soldi come frutti raccolti nella savana, temendo un’infinita siccità. Il sistema limbico attiva i circuiti emotivi essenziali alla sopravvivenza. Questo comportamento è irrazionale. Quelli che riescono ad attivare, malgrado il bombardamento mediatico negativo, la loro corteccia, stanno facendo grandi affari. In fondo non esiste momento migliore per fare un’offerta per l’appartamento dei sogni, comprare un nuovo abito, prenotare la vacanza della vita. I prezzi sono bassi, a causa della stagnazione pandemica, e quindi, per chi ne ha la possibilità, è proprio il momento di acquistare a sconto. Ma il sistema nervoso non è razionale, la parte più primitiva del funzionamento prende il sopravvento ed il risultato della paura è visibile sui conti correnti.

Quello che sembra un contrasto è un nesso logico spiegato dalle neuroscienze. Le persone hanno paura, quindi risparmiano oltre il dovuto. Il cervello limbico prende il sopravvento. Le persone si “bloccano”. I soldi aumentano.

Cosa accadrà in futuro? L’emotività continuerà a guidare. I neuroscienziati di tutto il mondo prevedono fenomeni di “revenge spending”.

Il Direttore di Neurovendita Lab conclude:“Passata la tempesta virale, le persone inizieranno a comprare senza porsi limiti, pagando molto di più per quello che poche settimane sarebbe costato di meno. È sempre il cervello limbico che si attiva, l’emozione dominante sarà la gioia impulsiva. Quindi prepariamoci alla corsa allo shopping sfrenato, alla lotta per l’ultimo posto disponibile sull’aereo prenotato last minute, all’attesa senza mascherina di ogni bene di cui inutilmente ci siamo privati per mesi. Si tratta di assoluta irrazionalità. Ognuno dovrebbe massimizzare il beneficio, acquistando ciò che può e serve al miglior rapporto qualità/prezzo, tenendo un orizzonte di medio periodo, senza farsi trascinare dall’affettività del “qui ed ora”. Dovremmo essere razionali, ma non lo siamo.”

Aristotele scriveva che gli esseri umani sono “animali razionali”. Gli studi di neuroscienze e finanza comportamentale danno una lettura meno ottimistica. Siamo animali a “razionalità limitata”, spinti dall’emotività quando si tratta di denaro.