Mai provata la cottura passiva della pasta? Ecco come funziona il metodo tornato in voga di recente e quanto si risparmia sulla bolletta

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Ciclicamente torna in voga un trucchetto in cucina per risparmiare sulla bolletta del gas o della luce (in caso di piano cottura a induzione o elettrico): mai provata la cosiddetta cottura passiva della pasta?

Il premio Nobel Giorgio Parisi ha riportato in auge l’argomento nel 2022, ma il metodo risale agli anni ’60 quando Vincenzo Agnesi, che rappresentava il più antico marchio di produttori di pasta della storia, ha messo a punto una serie di azioni per risparmiare sui consumi di acqua e gas.

Come funziona la cottura passiva della pasta

Riempiamo una pentola con 1,2 lt per 500 grammi di pasta, invece che 5 litri per la stessa quantità (in genere si calcola, infatti, 1 lt d’acqua per 100 gr di pasta). Il secondo step è portare l’acqua a ebollizione, tenendo il coperchio sul tegame, salare e buttare la pasta. Teniamo acceso il gas per altri 3 minuti, il tempo che l’acqua torni a bollire e poi spegniamo, mantenendo sempre il coperchio a copertura della pentola. A questo punto lasciamo “cuocere”, o meglio reidratare la pasta aspettando un paio di minuti in più rispetto a quanto riportato sulla confezione.

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Gli esperti ci insegnano che la pasta non ha bisogno di una temperatura superiore ai 100°C per cuocere, ma basta non scendere sotto gli 80°C per permettere al glutine di coagulare dopo che l’acqua penetra nella pasta e viene assorbita dall’amido.

Ma quanto si risparmia con la cottura passiva della pasta?

Intanto c’è da considerare il fatto che con il metodo tradizionale abbiamo bisogno di circa 15 minuti per far bollire l’acqua e poi altri 10-15 per far cuocere la pasta: con la cottura passiva, si risparmia in questa fase. Inoltre si riducono i consumi anche dell’acqua se ne utilizziamo molta di meno di quanto non facciamo normalmente.

Possiamo far riferimento, per dati scientificamente provati, ad uno studio dell’Unione Italiana Food dei Pastai italiani che hanno operato una serie di esperimenti su 200 gr di pasta.

Emerge dalla ricerca che:

  • Usare il coperchio durante la fase di ebollizione, non solo acceleri i tempi, ma si risparmia fino al 6% di energia ed emissioni di CO2e (CO2 equivalente).
  • Cuocere la pasta con 700 ml di acqua invece del classico litro per 100 grammi, oltre a risparmiare il 30% di acqua, e non è poco, ci fa tagliare il 13di energia ed emissioni di CO2e.
  • Con la cottura passiva della pasta, il risparmio di energia e emissioni di CO2e arriva fino al 47%

Calcolando 23.5 kg pro-capite di pasta, ogni italiano arriverebbe a risparmiare in un anno fino a 44,6 chilowattora, 13,2 chili di CO2e  e 69 litri di acqua.

Foto: Shutterstock