Zuckerberg punta tutto sulla realtà virtuale immersiva e si prepara ad un futuro nel quale le interazioni sociali non avverranno più dal vivo: questa la sua idea di metaverso

Nel 2016 uscì su Netflix la terza stagione della serie tv Black Mirror, un gioiellino di distopia e proiezioni future nefaste: uno degli episodi, probabilmente il più bello, si chiamava San Junipero e mostrava come in un futuro non molto lontano la morte semplicemente avesse cessato di esistere grazie ad un ricchissimo programma di realtà virtuale, dove la coscienza viene spostata quando il corpo non è più in grado di funzionare.

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In queste ore dove si fa un gran parlare del metaverso di Zuckerberg, impossibile non ritornare per un attimo con la memoria proprio lì: il creatore di Facebook, che ha smesso da tempo di rappresentare l’icona del ragazzo della porta accanto per vestire panni molto meno rassicuranti, ha appena spiegato che il futuro è oltre i social, dentro il metaverso (e per questo ha deciso di cambiare il nome della sua società in Meta).

Cos’è il metaverso? Questa parola l’abbiamo conosciuta nel 1992, grazie al romanzo di fantascienza cyberpunk Snow Crash di Neal Stephenson. Nella mente di Zuckerberg, dovrebbe essere una complessa realtà virtuale nella quale in un futuro non molto lontano trascorreremo del tempo, faremo amicizia, lavoreremo, creeremo contenuti e soprattutto faremo acquisti.

Questo grazie all’utilizzo di alcuni supporti che già esistono ma di cui al momento facciamo serenamente a meno, cioè i visori VR, che serviranno per accedere alla piattaforma Oculus del gruppo Meta/Facebook.

Per ora il visore Oculus Quest 2 è già in vendita, al prezzo di circa 350 euro, e serve ad accedere ad una serie di applicazioni, tra cui alcune delle quali su cui Zuckerberg punta in modo particolare, come Horizon Workrooms, una piattaforma per fare smart working in VR con stanze virtuali, scrivanie, lavagne e ovviamente colleghi virtuali.

Il futuro è questo? Facebook, anzi Meta, è convinto di si: c’è anche chi dice che Zuckerberg sia stato costretto a reinventarsi a causa dell’aria decisamente brutta che tira da anni dalle parti del suo social, tra scandali legati alla privacy e improvvisi down.

Per ora, di fatto non cambierà nulla per i milioni di utenti di Facebook, Instagram e Whatsapp.