Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre si torna all’ora solare, portando indietro le lancette dell’orologio. E questa volta potrebbe essere l’ultima.

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In tutto il vecchio continente il tema dell’ora legale per la stagione estiva fa discutere e la convenzione potrebbe avere i minuti contati. Adottata per la prima volta in Italia durante i due conflitti mondiali, l’ora legale serviva a guadagnare un po’ di luce naturale. E a ridurre, quindi, il ricorso a quella artificiale.

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Dopo l’emergenza bellica, per molti anni l’ora legale fu abbandonata per essere reintrodotta stabilmente nel 1966. L’obiettivo diventò quello di godere delle ore di luce dell’estate potendo contare su giornate più lunghe e con consumi minori. Così, quei due appuntamenti con l’orologio – un’ora avanti in primavera e un’ora indietro in autunno – sono diventati la consuetudine.

Ora l’Europa potrebbe abbandonare per sempre quest’abitudine che già dal 2018 non è più obbligatoria. A seguito di una consultazione online, infatti, ben l’84% di chi aveva risposto era a favore dell’abolizione del cambio dell’ora.

Ogni Paese, al momento, può scegliere come comportarsi e l’Italia propenderebbe per mantenere il doppio sistema. Altri Paesi europei invece, in particolare nel Nord Europa, preferirebbero l’ora solare per dodici mesi l’anno.

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Articolo di Paola M. Farina

Foto Shutterstock