La pandemia ha chiuso i bambini dentro casa, ma ora è tempo che possano di nuovo uscire a giocare: magari in quei cortili sotto casa da dove gli adulti li hanno sistematicamente “cacciati”

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Il gioco per i bambini è vita: su questo assunto così semplice e innegabile dovremmo essere tutti d’accordo. Nei fatti però negli ultimi anni abbiamo assistito ad una contrazione degli spazi “giocabili” dai bambini e ad un cambio di atteggiamento da parte dei loro genitori, che hanno appesantito il tempo libero dei più piccoli con cose che sembrano simili al gioco, ma che in realtà sono molto diverse.

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Parliamo principalmente degli schermi, non solo televisivi ma anche dei dispositivi elettronici, che offrono un’esperienza di gioco molto diversa da quella del gioco “attivo”: ne abbiamo parlato con il professor Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano, nell’ambito dell’iniziativa “Esci fuori. Cresci dentro!” realizzata in collaborazione con Little Tikes.

Il progetto nasce per sensibilizzare famiglie, istituzioni e società sul ruolo del gioco attivo nella crescita di ogni bambino, portando questo approccio là dove manca e generando una nuova e consapevole attenzione su un tema così rilevante: si parte da Il Manifesto del Gioco Attivo, redatto da un comitato scientifico di cui fa parte anche il prof. Pellai insieme a Laura Pomari, psicomotricista e antropologa culturale; Marta Rizzi, psicologa e psicoterapeuta, e Barbara Tamborini, psicopedagogista e scrittrice.

E’ aumentata la virtualizzazione nella vita dei bambini, che ha un enorme impatto sulla loro salute organica, emotiva, relazionale – ci ha spiegato il prof. Pellai- il gioco attivo invece tutela tutti e tre questi aspetti della loro crescita. Oggi i bambini giocano meno perchè i genitori vogliono che partecipino ad esperienze molto protette e sicure, in cui venga garantito il rischio zero, mentre giocare espone anche a quella minima dose di rischio a cui è bene che i bambini vengano esposti”

I bambini del terzo millennio vengono indirizzati verso attività “addestrative”, ci ha spiegato ancora Pellai: gli adulti tendono a pensare che il gioco non insegni nulla, mentre in realtà insegna la vita.

E’ importante che il mondo degli adulti, partendo dalle istituzioni, si faccia carico di questo grande problema: i bambini non hanno più uno spazio dove giocare e i cortili sotto casa, dove un tempo era naturale la loro presenza, sono invece diventati per regolamento posti dove gli adulti non vogliono che si giochi.

Da questo mese, il progetto entra nel vivo infatti con l’iniziativaScendi in Cortile” che prevede un’attività di sensibilizzazione sull’importanza del gioco sotto casa. I condomini d’Italia ubicati in zone disagiate, sono chiamati a candidarsi tramite il sito www.escifuoricrescidentro.it per ricevere dei play set gioco da esterno e creare così zone dove i bambini potranno incontrarsi, giocare, dar sfogo alla loro fantasia e socializzare. Un’iniziativa che vuole creare nuove opportunità di gioco attivo dove c’è ne più bisogno.