“Il pane A Chi Serve 2.0” è un progetto delle ACLI di Roma, un’iniziativa benefica attraverso la quale sono stati recuperati 110.157 kg di pane e aiutati quotidianamente circa 2.300 poveri del capoluogo romano. Lo scopo è quello di contrastare la povertà e lo spreco alimentare. Ecco come funziona

“Il pane A Chi Serve 2.0” è un progetto delle ACLI di Roma, un’iniziativa benefica attraverso la quale sono stati  recuperati 110.157 kg di pane e aiutati quotidianamente circa 2.300 poveri del capoluogo romano. Un’idea così meritevole da aggiudicarsi il Premio “Buone Notizie 2018“, organizzato dal Corriere della Sera e dalla Fondazione Corriere della Sera.

Il riconoscimento è stato ritirato lo scorso 24 settembre da Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma, e da Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli: la premiazione è avvenuta presso l’UniCredit Pavilion di Milano alla presenza di Urbano Cairo (presidente di RCS MediaGroup) Luciano Fontana (direttore del Corriere della Sera) ed Elisabetta Soglio (responsabile Corriere della Sera Buone Notizie).

“Questo riconoscimento va idealmente alle tante persone che ogni giorno, con il loro grande cuore, rendono tutto questo possibile: i volontari, i commercianti, gli enti di solidarietà e chiunque contribuisce a portare avanti e anzi a far lievitare sempre di più questa buona pratica dedicata prima di tutto ai poveri” – ha commentato Lidia Borzì.

“È il giusto riconoscimento per un progetto tanto semplice quanto innovativo che deve farci capire come, molto spesso, per fare del bene e creare un circolo virtuoso siano necessarie, prima ancora che quelle materiali, risorse immateriali: volontà, ingegno, perseveranza, spirito di sacrificio. È questo il giusto collante capace di mettere in relazione diversi soggetti all’interno di una comunità in vista di un obiettivo più grande, proprio come è successo per il progetto delle Acli di Roma “il pane A Chi Serve 2.0″, un progetto che vogliamo esportare anche in altre grandi città del nostro paese dove la povertà è una vera emergenza sociale” – ha aggiunto Rossini.

“Il pane A Chi Serve 2.0”: panifici ed enti solidali coinvolti

Quella de “il pane A Chi Serve 2.0” è un’iniziativa che coinvolge 45 panifici con 44 enti solidali, che si preoccupano di distribuire da mangiare alle persone povere, e ben 6 Municipi di Roma. Un progetto reso possibile soprattutto grazie ai volontari, che hanno donato complessivamente oltre 4mila giorni di servizio, per un totale di circa 13.200 km e coprendo circa 800mila pasti. “Il pane A Chi Serve 2.0” punta a fornire assistenza ai poveri, contrastando al tempo stesso lo spreco alimentare e creando una rete solidale, per sensibilizzare i cittadini e favorire l’inclusione sociale.

Da questa iniziativa ne è nata un’altra: “Il Cibo che Serve“, progetto finanziato dalla Regione Lazio all’interno del bando per il contrasto delle povertà estreme e della marginalità sociale. Questo progetto comprende diversi generi alimentari da recuperare, come frutta e verdura conservati in un furgone refrigerato, e gode della collaborazione dei mercati rionali e del Centro Agroalimentare di Roma.

Lo scopo è quello di arrivare a occuparsi di 3mila poveri al giorno, coprendo 10 dei 19 Municipi di Roma: saranno aperti per questo 6 presidi solidali e un’applicazione dedicata (nel mese di ottobre).

“Questo progetto mira a recuperare gli “scarti” e gli “scartati” contrastando in primo luogo il paradosso dell’abbondanza, in quanto il cibo c’è per tutti ma non tutti ne hanno accesso, infatti c’è chi usa con disinvoltura la pattumiera e chi scava nei cassonetti per procurarsi da mangiare tra i rifiuti. Il progetto si fonda su un meccanismo moltiplicatore di solidarietà che aiuta chi aiuta, senza sostituirci alle organizzazioni caritatevoli, ma anzi sostenendole e rinforzandole. Inoltre, grazie alla rete virtuosa che si è creata, proviamo anche a farci carico delle persone bisognose inserendole in un percorso di inclusione sociale attiva che prevede esigibilità dei diritti, formazione professionale e momenti di aggregazione” – ha concluso la Borzì.

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