Bitsong nasce dall’idea di eliminare le intermediazioni fra artisti e fan ed ha già raccolto 1 milione di euro con una ICO

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Un progetto ambizioso, che sfrutta da un lato l’indistruttibile passione dell’essere umano per la musica e dall’altro la moneta virtuale, i bitcoin: questo è Bitsong, la piattaforma che vuole portare lo streaming musicale sulla blockchain.

Per blockchain si intende un databse distribuito, gratuito ed aperto a tutti, che sfrutta la tecnologia peer-to-peer e che chiunque può prelevare dal web, diventando a sua volta unn nodo della rete.

Tornando a Bitsong, l’idea nasce da Angelo Recca, imprenditore e programmatore, e Rino Ticli, dj e producer, ed è stata poi sposata anche da Alfonso Santitoro, esperto di digital marketing e startup: lo scopo è proporre agli artisti un modello di guadagno veloce e senza intermediari e agli utenti un modo per ascoltare musica e guadagnare.

BitSong funziona infatti proprio così: gli artisti inseriscono i loro brani ed hanno un veloce riscontro degli ascolti e dei guadagni, mentre anche gli ascoltatori hanno la possibilità di essere pagati, in ether o bitcoin, per il tempo passato ad ascoltare brani.

E come guadagna BitSong? Trattiene una percentuale sulle inserzioni. “Nel caso in cui un’azienda voglia promuoversi attraverso la piattaforma, una percentuale viene trattenuta dal portale, mentre il 90% dei guadagni sono distribuiti tra artisti e utilizzatori”, ha spiegato Santitoro.

BitSong si inserisce in un discorso già avviato di progetti musicali su blockchain, che puntano a superare gli intermediari favorendo il rapporto diretto fra fan e musicisti, senza intermediazioni economiche: ha giàlanciato una ICO (la versione in criptovaluta della IPO, offerta pubblica iniziale) che durerà fino a fine ottobre e con la quale è stato già raccolto 1 milione di euro.

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