E’ un enorme successo la piattaforma cinese che “disintermedia” la sanità pubblica e offre un servizio di chat con i medici 24 ore su 24: un modello di business fattibile anche in Italia?

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WeDoctor, fondata nel 2010 da Jerry Liao Jieyuan, è al momento uno dei provider di servizi sanitari privati più ricchi ed importanti del mondo: valutato 5,5 miliardi di dollari, con un fatturato nel 2016 di circa 1,2 miliardi di yuan (183 milioni di dollari), questa azienda innovativa ci sta forse mostrando come potrebbe cambiare il settore della sanità anche nel resto del mondo.

Per ora, We Doctor è un servizio rivolto a chi ha una capacità di spesa più alta della media: si prefigge di disintermediare il settore della sanità pubblica, mettendo direttamente a contatto il paziente con i professionisti. La piattaforma permette di accedere online a diagnosi, prescrizioni, farmaci e a un servizio di prenotazione per le visite mediche: al momento sono registrati circa 160 milioni di utenti, al mese il traffico si aggira sui 27 milioni e sono presenti nella rete oltre 2.700 ospedali, 240mila medici, 15mila farmacie.

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Numeri da capogiro, ma il modello di business di We Doctor è ancora diverso: si guadagna sulla profilazione dell’utente, che al momento dell’iscrizione e navigando mette a disposizione i suoi dati, ultra sensibili visto che si tratta di salute. Ma alla profilazione dell’utente corrisponde la partenza, via social e via telefono, di una serie di  annunci pubblicitari su trattamenti e integratori, promozioni di polizze assicurative, consigli nutrizionali e quant’altro.

Non solo: tra i prodotti offerti da We Doctor, anche smart speaker da usare in casa, che ricorda Echo di Amazon (ma anche Google Home) e che può diventare  diventa una sorta di “chat” fra medici e pazienti.

Guardando l’enorme successo di We Doctor viene da pensare che un modello simile potrebbe attecchire anche in Italia, dove la sanità pubblica -così come quella cinese- è affetta da lungaggini burocratiche e spesso ha problemi di rapporti con l’utenza finale. In Cina c’è però un enorme vuoto normativo sulla tutela dei dati dei pazienti, che da noi -per fortuna- non c’è. Ci sono inoltre grandi capacità di finanziamento: Jerry Liao Jieyuan afferma che la sua piattaforma deve ancora crescere, evolvere, specializzarsi.

L’healthcare è sicuramente uno degli ambiti in cui più l’innovazione si concentra per migliorare la qualità della vita: e guardare all’estero a volte può essere più utile di quanto si immagina.