Vicini alla ripartenza graduale, si pensa inevitabilmente anche alla stagione estiva. Come dovranno comportarsi i Comuni? Le linee guida di Legambiente

Vicini alla ripartenza graduale, si pensa inevitabilmente anche all’estate. Si potrà andare al mare nella fase 2? E, qualora si potesse, come funzionerà? Saranno aperti solo gli stabilimenti privati? Procederemo a turni? E nelle spiagge libere come saranno fatte rispettare le misure restrittive per evitare il contagio?

Tutte domande legittime. In un momento in cui si combatte contro la crisi sanitaria e ci si prepara a fronteggiare quella economica, le persone vogliono anche (e letteralmente) prendere aria.

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Prova a rispondere a questi interrogativi Legambiente, che si propone di aiutare le amministrazioni locali per stilare un piano di gestione delle zone costiere libere.

Mare in Fase 2: le linee guida di Legambiente per gestire i tratti di costa liberi

Sulle aree di costa in concessione il rispetto delle regole sarà affidato alla responsabilità del titolare. Chi farà osservare le misure restrittive sulle spiagge libere?

Si tratterebbe, dunque, di pianificare con gli enti locali una strategia per affrontare preparati questa particolare stagione estiva. Tenendo conto deelle norme di distanziamento sociale, con le quali dovremo convivere ancora per un bel po’.

Legambiente chiede ai Comuni di attivarsi in questo senso, offrendo il proprio sostegno. Tra le questioni da definire ne elenca alcune che definisce prioritarie:

-La definizione al più presto della capacità di carico antropico per ciascuna spiaggia.

– La realizzazione di materiale informativo con le disposizioni da adottare (rispetto distanza fra ombrelloni o asciugamani, utilizzo dispositivi sanitari…) e l’adeguata distribuzione.

– La previsione, accanto alle misure prettamente sanitarie, anche di indicazioni di carattere ambientale. Occuparsi delle proprie spiagge è un buon momento per far passare messaggi di cura delle stesse. E quindi distribuire nella circostanza sacchetti per il recupero della plastica abbandonata in spiaggia, informazioni per l’eventuale individuazione di tracce di ovodeposizione di tartarughe marine e così via.

– La predisposizione di luoghi di sanificazione in prossimità delle spiagge (serbatoi con acqua e disinfettante).

– La definizione di adeguati piani di mobilità con aree di parcheggio controllate e a numero chiuso che filtrino e regolamentino il flusso di bagnanti alle spiagge, con particolare attenzione alla mobilità fossil free (ciclabili temporanee, stalli sorvegliati per bici…).

– L’individuazione di una task force (volontari, pro loco, protezione civile, ausiliari…) cui affidare il controllo delle presenze in spiaggia superate le quali si possano attivare le forze dell’ordine per vietare l’ingresso alle spiagge.

– L’adozione in alcune situazioni di pratiche di delimitazione e prenotazione degli spazi alla stregua di quanto fatto in altre situazioni facendo ricorso ad app di prenotazione.

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