I cittadini europei fanno lo sciopero del volo (flight shaming), ma le aziende rispondono con l’offsetting: conosciamo nel dettaglio il dibattito sull’inquinamento da traffico aereo

Rispetto a 50 anni fa, il mondo si è “rimpiccolito”: oggi si viaggia velocemente e in modo molto più economico da un lato all’altro dell’emisfero, grazie soprattutto al traffico aereo. Ma quanto ha pesato, pesa e peserà questa via di comunicazione sull’inquinamento, sui cambiamenti climatici e soprattutto sul riscaldamento globale?

Ne parla l’ultimo numero di  Nuova Ecologia, il mensile di Legambiente, con una cover story tutta dedicata  all’impatto dei voli sul riscaldamento globale, un tema ancora poco dibattuto nel nostro paese ma che, dati alla mano, è tutt’altro che ininfluente.

Il traffico aereo mondiale produce infatti fra il 2 e il 2,5 % delle emissioni di CO2 di origine antropica. E il trend è in crescita visto che voli e passeggeri non smettono di crescere. Un fenomeno rilevante confermato anche dallo stop per via giudiziaria arrivato il 27 febbraio all’ampliamento dello scalo londinese di Heathrow. Secondo la Corte d’appello di Londra, il progetto non tiene conto dell’Accordo di Parigi sul clima. Nel 2019 inoltre, per la prima volta, una compagnia aerea, Ryanair, è finita fra le dieci aziende più inquinanti in Europa. Le altre nove “sporche” compagnie sono centrali a carbone.

Flight shaming, il boicottaggio dei viaggiatori europei

Flight Shaming è un movimento che nasce in Svezia nel 2017 ed è stato portato alla ribalta dalla connazionale Greta Thunberg, che lo scorso settembre ha deciso di attraversare l’Atlantico in barca a vela per raggiungere lo United Nation climate action summit di New York. Si tratta di un collettivo di cittadini europei che hanno deciso di non viaggiare più in aereo finchè Bruxelles non metterà in campo strategie chiare per ridurre l’inquinamento da voli aerei.

Bruxelles infatti ha promesso di rivedere la politica comunitaria degli incentivi ai carburanti, il meccanismo che di fatto rende possibili i voli low cost, e di eliminare i crediti gratuiti concessi attraverso l’Emissions trading system (Ets), il sistema di scambio di quote di emissione interno all’Ue a cui dal 2012 hanno accesso anche le compagnie aeree. Le aziende sembrano però aver già trovato una via di fuga. Se non sono in grado di controllare le proprie emissioni possono cancellarne “l’impronta”.

Offsetting, come le compagnie aeree compensano l’inquinamento

La parola magica è offsetting: compensare l’inquinamento finanziando, ad esempio, progetti di riforestazione in Amazzonia o centrali eoliche in India. Una formula facile, capace di rassicurare quei consumatori poco disposti ai sacrifici richiesti dall’emergenza climatica e di mettere in salvo miliardi di euro di fatturato annuale.