Il report, diffuso oggi dal Principato di Monaco, mostra un quadro molto grave dle nostro Pianeta. Oceani sempre più caldi, calo dell’ossigeno, piogge e cicloni più frequenti. Tutti i dettagli

Oceani sempre più caldi per via del riscaldamento globale, è allerta. Lo conferma il rapporto dell’Ipcc, il comitato scientifico sul clima dell’Onu, dedicato a oceani e ghiacci. La situazione è grave e i rischi sono molti. Oltre all’aumento delle temperature e dell’acidificazione, potrebbe verificarsi un calo dell’ossigeno, ondate di calore, piogge e cicloni più frequenti.

Non solo, tra le conseguenze anche l’aumento del livello delle acque, la diminuzione della fauna marina e lo scioglimento dei ghiacciai montani. Questo metterà a rischio le forniture idriche e le coltivazioni.

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Il report, diffuso oggi dal Principato di Monaco, si integra a quello uscito a maggio e intitolato “Cambiamento climatico e territorio”, e a quello su “Riscaldamento globale a 1,5 gradi”, dell’ottobre 2018.

“La perdita di massa globale dei ghiacciai, la fusione del permafrost e il declino nella copertura nevosa e nell’estensione dei ghiacci artici è destinata a continuare nel periodo 2031-2050, a causa degli aumenti della temperatura di superficie, con conseguenze inevitabili per straripamenti di fiumi e rischi locali“- si legge nel rapporto “Oceano e criosfera in un clima che cambia“.

Oceani sempre più caldi: risorse idriche e agricoltura a rischio

Come si evince dal rapporto dell’Ipcc, nel 21° secolo gli oceani sono destinati a “condizioni senza precedenti di aumento di temperature, maggiore stratificazione dei livelli superficiali, ulteriore acidificazione, declino dell’ossigeno e alterata produzione primaria netta. Ondate di calore marine ed eventi estremi come El Nino e La Nina sono destinati a diventare più frequenti. Eventi estremi di livello del mare che erano storicamente rari (uno al secolo nel passato) sono destinati ad avvenire più di frequente (almeno una volta all’anno) in molte zone al 2050, specialmente nelle regioni tropicali. L’aumento del livello del mare continuerà anche oltre il 2100″.

Secondo il report, sarebbero a rischio le risorse idriche e i loro usi, come l’idroelettrico e l’agricoltura. Questo proprio a causa dei cambiamenti futuri nella criosfera sulla terraferma. Aumenteranno gli incendi per il resto del secolo nella tundra e nelle regioni boreali, (ma anche in alcune regioni montane).

“La perdita globale dei ghiacciai, la fusione del permafrost e il declino nella copertura della neve e nella estensione dei ghiacci artici sono destinati a continuare, a causa dell’aumento della temperatura dell’aria in superficie, con inevitabili conseguenze per straripamenti di fiumi e rischi locali. La grandezza di questi cambiamenti della criosfera è destinata ad aumentare ulteriormente nella seconda metà del 21/o secolo”.

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