Le reazioni di Cgil, Cisl e trasportatori, che hanno definito i tagli “un autogol” e si sono sentiti non interpellati dal governo in merito al DL Clima

Il DL Clima fa già discutere. A rallentare il suo percorso sarebbe la mancanza di coperture, alla quale i tecnici starebbero già lavorando. Una delle ipotesi più accreditate sarebbe quella di utilizzare le ‘aste verdi‘ per liberare risorse (il sistema di scambio delle emissioni Ets Ue).

Tuttavia l’assenza di coperture non è l’unico problema del decreto. La bozza ha generato, infatti, malcontento all’interno della maggioranza. Quello su cui si discute maggiormente riguarda soprattutto le norme nell’ambito della definizione “procedurale”. Ma anche la questione della riduzione dei sussidi inquinanti, oggi calcolati in 16,7 miliardi dal Catalogo predisposto dal Ministero dell’Ambiente.

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Come si legge nel decreto, i tagli dovrebbero partire già dal 2020. La riduzione dovrebbe essere del 10% graduale fino all’annullamento entro il 2040. Bisognerà, dunque, affrontare il tema nella stesura della Legge di Bilancio.

Non si sono fatte attendere le reazioni dei sindacati e dei trasportatori, che hanno definito i tagli “un autogol” e si sono sentiti non interpellati dal governo in merito al decreto.

DL Clima: i sindacati si sentono esclusi dal Governo

Tra i tagli del decreto, fa sapere Conftrasporti, quelli all’autotrasporto sarebbero un autogol. “I tagli lineari che riguardassero l’autotrasporto sarebbero quantomeno inaccettabili, innanzitutto perché il governo verrebbe meno all’impegno assunto con la categoria. In secondo luogo perché in questo modo si penalizzerebbero anche i mezzi pesanti meno inquinanti come gli euro 6, con il solo risultato che i camion di tutte le categorie farebbero rifornimento all’estero, con una perdita per le imprese italiane di distribuzione e per le casse dello Stato”  – ha spiegato Paolo Uggè, in una nota il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto.

La proposta di Uggè sarebbe quella di penalizzare “solo i veicoli più vecchi, quindi maggiormente inquinanti, tagliando solo a questi i rimborsi delle accise sul gasolio, si spingerebbero le imprese a rinnovare il parco circolante, con un evidente vantaggio per l’ambiente considerato che il 60% dei mezzi circolanti in Italia è di categoria ante euro 4. Ne beneficerebbero anche l’auto motive e lo Stato, che incasserebbe l’Iva su ogni veicolo di nuova generazione acquistato” – ha concluso.

La Cgil dichiara che non c’è stato alcun dialogo con i sindacati. “Sul decreto clima non c’è, purtroppo, nessun ‘grande confronto’ così come invece dichiara il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Non si può parlare di ‘massima condivisione’ se non è stato avviato alcun dialogo con i sindacati” – ha commentato Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil.

Anche la Cisl si sente tagliata fuori. “Davvero sono rimasta stupita quando oggi ho scoperto che è già bello e pronto un decreto dove ci sono anche scelte importanti e significative” – ha spiegato Annamaria Furlan, leader della Cisl. “Ci si dovrebbe fermare un attimo”, serve “un confronto con le parti sociali”. Se il ministro Sergio Costa vuole un confronto “siamo assolutamente pronti e contenti: ci convochi e andremo immediatamente” – ha aggiunto.

DL Clima: le parole del ministro Costa e di Rossella Muroni (LeU)

“Si tratta di un provvedimento corposo, che proprio per questo richiede la massima condivisione, solo così può funzionare. Stiamo quindi lavorando in un clima di grande confronto affinché il testo finale possa approdare nel più breve tempo possibile in Consiglio dei ministri” – ha commentato Sergio Costa.

Ha poi aggiunto fiducioso: “Sono convinto che sapremo trovare la giusta sintesi per rendere finalmente effettive tutte le misure in grado di mettere in moto il tanto auspicato ‘Green new deal‘, che comporti un radicale cambio di paradigma culturale e porti a inserire la protezione dell’ambiente nel nostro sistema costituzionale”.

A sostegno del DL Clima è intervenuta la deputata di LeU Rossella Muroni che ha spinto Costa ad andare avanti. “Stando a quanto riportano i giornali, sembra ci sia chi nella maggioranza di governo frena con motivazioni poco plausibili. E il risultato è che probabilmente il provvedimento slitterà alla prossima settimana. Non proprio un buon inizio per il Green new deal. Al ministro Costa dico: vai avanti e lavoriamo per rendere il testo più ambizioso“.

“Finalmente vediamo un provvedimento governativo che ha l’ambizione di affrontare la crisi climatica migliorando la qualità dell’aria, investendo su parchi e tutela degli ecosistemi, promuovendo l’economia circolare” – ha concluso la Muroni.

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