Avvio di settimana all’insegna delle vendite per le borse europee, messe a tappeto dalla variante inglese del virus. La nuova versione del Covid, che presenta una capacità di diffusione più alta, ha spinto l’avversione al rischio e fatto passare in secondo piano le notizie in arrivo dagli Stati Uniti dove, dopo mesi di trattative, democratici e repubblicani hanno raggiunto l’accordo sul un piano espansivo da 900 miliardi di dollari. 

Sul paniere di Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha chiuso a 21.410,51 punti (-2,57%), spicca l’andamento di CNH Industrial e Diasorin, salite rispettivamente dell’1,1 e dello 0,59 per cento. Le performance peggiori sono invece registrate dai titoli del comparto energetico: Tenaris ha segnato un -2,62%, Saipem un -3,93% ed Eni ha registrato la performance peggiore del paniere delle blue chip chiudendo con un -4,37%. Giornata da dimenticare anche per Leonardo e Telecom Italia, scese rispettivamente del 3,19 e del 3,74 per cento. 

Lettera anche sulle banche: UniCredit ha terminato con un -3,91%, BPER ha segnato un -4,03% ed Intesa Sanpaolo ha lasciato sul campo il 3,49%. La banca guidata da Carlo Messina ha ceduto crediti in sofferenza per 4,3 miliardi di euro. 

“L’operazione, che prevede un prezzo di cessione del portafoglio – anche tenendo conto del prezzo di cessione dei titoli – in linea con il valore di carico, porta Intesa Sanpaolo con un anno di anticipo a superare l’obiettivo indicato nel Piano di Impresa 2018-2021 di dimezzare nel quadriennio, senza oneri straordinari per gli azionisti, i crediti deteriorati al lordo delle rettifiche di valore a un ammontare di 26,4 miliardi di euro e al 6% in rapporto al totale dei crediti alla clientela”, riporta una nota diffusa dall’istituto. 

La debolezza generalizzata ha coinvolto anche Anima Holding (-1,02%) nonostante la società abbia fatto sapere che l’utile 2020 farà segnare un valore “quantomeno in linea” con i 145,8 milioni registrati nell’esercizio 2019. Il consensus degli analisti finanziari per questa voce risulta pari a 134,3 milioni di euro. 

Meno 2,01% per Mediaset dopo che Pier Silvio Berlusconi ha confermato di voler costruire il polo europeo delle tv. Nel secondo semestre i ricavi pubblicitari del biscione sono cresciuti di circa il 4%. 

Dal fronte titoli di Stato, lo spread Btp-Bund ha segnato un aumento dell’1,6% a 112 punti base. (in collaborazione con money.it)