“Il premier Conte ieri diceva che dobbiamo impegnarci per salvare il Natale. Io credo invece che dobbiamo lavorare per salvare la scuola, il lavoro, la sanità, il futuro dei giovani, lo sviluppo e le imprese. Dobbiamo farlo velocemente stando uniti, ma per farlo dobbiamo credere nel progetto e avere un metodo”. Lo ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, intervenendo all’Assemblea Generale di Assoimprenditori dell’Alto Adige.  

“Oggi si parlerà di ristori, servono interventi facili, semplici ed efficaci – ha sottolineato – anche perché magari quelle che saranno presentate sono decisioni prese nei decreti precedenti che però non hanno funzionato. Chiediamo allora un cambio di passo, necessario anche per la fiducia. Se non ricreiamo nei cittadini un senso di fiducia, possiamo fare tutti i provvedimenti che vogliamo ma non avranno effetto”.  

Bonomi ha scandito che “per quanto riguarda gli interventi a pioggia, sono arrivati pochi appoggi al settore manifatturiero ma poi sono stati tutti tronfi nel parlare di un balzo del manifatturiero”. Ma “la verità è che quel balzo l’abbiamo fatto noi – ha aggiunto – perché avevamo investito nella tecnologia, nei prodotti, nella formazione dei dipendenti e l’abbiamo fatto da soli anche perché i decreti del periodo emergenziale non sono stati scaricati a terra oppure sono stati scaricati a terra in maniera molto confusa. Per questo chiediamo un modello più semplice ed efficace”. 

Per il presidente di Confindustria, “il metodo corretto è stato quello della prima ondata che, benché ci abbia colto impreparati, ci ha uniti e abbiamo trovato un metodo e i protocolli per poter tenere aperte le produzioni, innanzitutto quelle strategiche”. “Poi però è arrivato il metodo sbagliato – ha aggiunto Bonomi – parlo degli ultimi dpcm, tre sottoscritti in breve tempo, per i quali non ci hanno ascoltato, sono state prese decisioni non condivise in un momento in cui il Paese dovrebbe essere unito, invece qualcuno sceglie di prendere altre strade, magari sbagliate”.  

“Parlando dell’ultimo dpcm, io voglio essere un cittadino modello e applicare le regole però con il dpcm di domenica faccio fatica ad essere aggiornato. Ci sono 21 pagine di norme, più gli allegati, poi la normativa sul coprifuoco della Lombardia, poi le relative autocertificazioni, non credo sia questo il modello su cui proseguire, non è modello su cui cittadini si sentono coinvolti”, ha concluso Bonomi.