“Gli strumenti a nostra disposizione non sono esauriti. Se servirà fare di più, lo faremo”. Lo afferma, in un’intervista a ‘Le Monde’, la presidente della Bce Christine Lagarde che riconosce come “la seconda ondata di pandemia in Europa, in particolare in Francia, e le nuove restrizioni che ne derivano aumentano l’incertezza e pesano sulla ripresa” che dopo il rimbalzo estivo “è stata irregolare, incerta e incompleta e ora rischia di perdere slancio”. “Terremo sotto stretto controllo gli indicatori per tutto l’autunno” aggiunge, spiegando come fra gli effetti della crisi aperta dalla pandemia “la perdita di posti di lavoro è fra le più gravi” perché “rappresentano un rischio per il tessuto sociale, il reddito familiare, la domanda e la crescita. I governi della zona euro devono essere estremamente consapevoli di questo”. La Bce, aggiunge, ritiene che grazie alle proprie azioni “abbiamo salvato un milione di posti di lavoro nell’area dell’euro”. 

Dinanzi ai timori che questa crisi possa far ripartire i timori di disgregazione della moneta unica “ripeto le parole del mio predecessore: l’euro è irreversibile” ribadisce poi Lagarde sottolineando come il Recovery Plan “un prestito collettivo che rappresenta il 5% del pil dell’Ue, è un importante punto di svolta per l’Europa” che “ha cambiato completamente le cose”. 

“Ora – spiega – abbiamo uno strumento aggiuntivo a nostra disposizione, anche se si tratta di un’eccezione. I governi nazionali hanno dimostrato che, se la situazione lo richiede, c’è chiaramente la volontà di lavorare insieme in solidarietà. Avere più del 50% dei 750 miliardi di euro sotto forma di sovvenzioni per i paesi e i settori più colpiti è davvero innovativo”.