Una notte piena di stelle. Sciami di astri cadenti mozzafiato. L’emozione di un desiderio che si può di nuovo esprimere. E’ il fascino e la leggenda che la notte di San Lorenzo porta con sé e che si rinnova anche questo prossimo 10 di agosto in cui saranno in tanti, qui sulla Terra, ad avere sogni da tradurre in realtà. Così, mentre ci prepariamo alla tradizionale notte delle stelle ‘cadenti’, a svelarci i misteri delle loro storie millenarie sono altissime tecnologie che corrono nello spazio parlando anche di eccellenze italiane.  

“Per guidare i satelliti nel loro cammino, negli anni sono andate in orbita, ad esempio, 600 ‘bussole spaziali’ tutte italiane, strumenti che hanno nella loro memoria mappe stellari che indicano la strada alle sonde, proprio ispirandosi agli antichi viandanti che orientavano il loro cammino osservando gli astri e le stelle nel cielo” racconta all’Adnkronos Enrico Suetta, responsabile Ricerca e Sviluppo, Spazio e Optotronica di Leonardo.  

Queste ‘bussole spaziali’ sono gli star traker, strumenti costruiti dal colosso italiano dell’aerospazio nel suo impianto di Campi Bisenzio, vicino Firenze, e “sono sensori d’assetto stellare che a bordo dei satelliti, -spiega l’ingegnere- osservano le stelle, le confrontano con una mappa in memoria e trasmettono l’informazione al computer di bordo guidando e orientando il satellite verso la sua meta nello spazio”. Nel suo racconto, Suetta apre un orizzonte pieno di fascino e spiega che, mentre noi saremo con gli occhi puntati verso le stelle cadenti, quella stessa notte di San Lorenzo anche tanti strumenti mandati in orbita dall’uomo staranno osservando gli astri nel cielo.  

“L’osservazione degli astri è partita dalla Terra e anche Leonardo, nella sua componente Officine Galileo, negli anni ’40 ad Asiago ha realizzato ‘Galileo’, quello che era forse il più evoluto telescopio terrestre europeo. Ma negli anni tutto si è evoluto. Adesso l’osservazione astronomica si fa anche con un imponente sforzo tecnologico dallo spazio” osserva Enrico Suetta.  

“Ci sono missioni -ricorda- che guardano le galassie – molte stelle tutte insieme – e moltissime missioni osservano in banda visibile ma anche nelle bande a onde più corte, fino ai Raggi X”. E poi, indica l’esperto di Leonardo, “si fa molta ricerca, a livello di missioni scientifiche spaziali, nel sistema solare. E quindi è lì che si vanno ad osservare gli astri, il Sole, i pianeti”.  

“Leonardo – ma anche l’industria italiana in generale con Thales Alenia Space o Telespazio – è stata coinvolta fin dagli anni ’80 in missioni scientifiche spaziali per osservare e soprattutto cercare, e scoprire, nuovi astri, o conoscere meglio quelli già noti”. Suetta richiama così alla memoria la storica missione della sonda Giotto andata a caccia, dal luglio 1985, “della famosa cometa di Halley”. In quella missione, dice, “noi facemmo lo specchio della camera che raccoglieva le immagini della cometa”.  

Moltissime poi le missioni partite anche negli anni ’90 per osservare e studiare stelle e pianeti. “In prima linea come Leonardo siamo stati, ad esempio, con la missione del telescopio infrarosso Iso che guardava le galassie e per la quale noi abbiamo realizzato una parte del piano focale. Ricordo anche l’osservatorio solare Soho, ancora in orbita dopo oltre 25 anni, di cui abbiamo fatto parte degli strumenti, o la missione Sax, una missione tutta italiana che ha scoperto i lampi di luce gamma, e in cui noi abbiamo realizzato parte della strumentazione scientifica” sottolinea ancora l’ingegnere di Leonardo.  

E la storia dell’osservazione di stelle, astri e pianeti si rafforza via via negli anni più recenti. “Tra le più importanti missioni che osservano i pianeti grazie ai nostri payload elettro-ottici” Suetta ricorda, tra gli altri, il programma ExoMars di esplorazione di Marte, frutto di una cooperazione internazionale tra l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Russa Roscosmos, un programma fortemente sostenuto anche dall’Agenzia Spaziale Italiana. In questo programma, la Divisione Elettronica di Leonardo ha contribuito per ExoMars 2016 con i sensori di assetto Aa-Str, utilizzati dal Trace Gas Orbiter per orientarsi nello spazio, che hanno guidato la sonda fino a Marte e sulla sua attuale orbita attorno al pianeta rosso, e sempre di Leonardo anche il sistema di osservazione optronico Cassis. 

Non solo. Nel ‘petto’ della sonda della Nasa ‘Juno’, che sta studiando il campo magnetico di Giove, batte un cuore italiano. E’ Jiram, il Jovian InfraRed Auroral Mapper finanziato dall’Asi e realizzato da Leonardo, uno strumento operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’Inaf. Osservare così da vicino Giove ha fatto scoprire che al suo Polo Nord infuriano ben nove tempeste e sei imperversano al Polo Sud. Suetta ripercorre anche la caccia della sonda Rosetta che nel 2014 ha finalmente ‘trovato’ la sua cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. E come non ricordare “la ricerca spinta agli esopianeti”, quelli simili alla Terra. “Diciamo che saremo in ottima compagnia la notte di San Lorenzo, con noi ci saranno decine e decine di scienziati e tecnologi ad osservare il cielo. E le stelle che vedremo ‘cadere’ il 10 agosto sono quelle della nostra galassia anche a cento anni luce da noi: distanze inimmaginabili” scandisce l’ingegnere. (di Andreana d’Aquino)