Il caregiver si prende cura, “presta attenzione”, “si sostituisce”, “rimedia a”, provvede, “risolve” non per volontariato ma per necessità. Eppure, l’Italia è uno dei pochi Paesi in Europa che non riconosce diritti specifici e tutele per questa figura che non ha una connotazione specifica all’interno del Ssn. “Tuttavia, la sua presenza costituisce un importante elemento di sostenibilità economica nella gestione della cronicità e della disabilità. Ora chiedono diritto al riposo, alla salute, alle protezioni assistenziali, previdenziali e assicurative. Per questo motivo l’Emilia-Romagna dal 2003 si è dotata di una legge regionale, introducendo per la prima volta in Italia il riconoscimento a livello sociale del ruolo del caregiver”. Lo ha detto Raffaele Donini, assessore alle politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna in occasione del quarto Talk di Alleati per la Salute (www.alleatiperlasalute.it ) il nuovo portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.  

Titolo del dibattito: “Il caregiver: quale ruolo nella presa in carico del paziente fragile e nella società?” al quale hanno partecipato Paolo Bandiera, direttore degli Affari generali di Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e la giornalista Silvia Bencivelli.  

“Con questa legge – spiega Donini – abbiamo riconosciuto la figura del caregiver familiare affermando la libera scelta di chi si assume i compiti di assistenza e cura in maniera continuativa. I caregiver prendono in carico i familiari, le persone disabili e anziani non autosufficienti. Il Covid ci ha insegnato quanto siano fondamentali e noi amministratori dobbiamo essere al loro fianco. Grazie al portale della Regione Emilia-Romagna, dove si trovano aggiornati le mappe dei servizi, i recapiti dei referenti locali in ogni distretto, abbiamo costruito una rete di contatti e informazioni tale da avere il quadro chiaro di chi sono e quanti sono i caregiver nella nostra regione. Non a caso li stiamo sottoponendo alla vaccinazione”.  

Per l’assessore Donini occorre puntare sempre di più su assistenza e formazione, “perché – sostiene – l’assistenza del caregiver deve essere più qualificata, senza pretendere di sostituire le prestazioni di tipo sociosanitarie, semmai integrandole. Inoltre, il domicilio deve diventare il primo livello di assistenza e di benessere, anche per le forme gravi di disabilità e non autosufficienza. Essendo il caregiver sempre presente e stabile, dobbiamo pensare di investire risorse per dare gli strumenti fondamentali per chi presta le cure e per chi riceve l’assistenza”.  

Donini ha poi ricordato che nel “2019 abbiamo destinato 47 milioni di euro a sostegno dei caregiver, per interventi diretti e indiretti: dalla sede di cura all’accoglienza temporanea di sollievo al contributo per l’adattamento dei servizi e della casa. Di recente abbiamo stanziato 7 milioni di euro per il 2020-2021 a cui si aggiungono i 5,3 milioni del Fondo nazionale per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare”.  

Durante il dibattito ampio spazio è stato dato al ‘Caregiver Day’. Anche quest’anno, infatti, tornano le giornate dedicate al familiare che si prende cura di un proprio caro, appunto il Caregiver Day (http://www.caregiverday.it) manifestazione giunta alla sua XI edizione. In programma tutti venerdì del mese di maggio (7- 14- 21 -28) dalle ore 15 alle 17 una serie di eventi in modalità webinar – con accesso gratuito previa iscrizione. Gli eventi, realizzati dalla cooperativa sociale ‘Anziani e Non Solo’, sono sostenuti dall’Unione dei Comuni delle Terre d’Argine, patrocinati dalla Regione Emilia-Romagna, da Carer Aps- Associazione dei Caregiver Familiari dell’Emilia-Romagna-e dall’Ausl di Modena. Gli incontri saranno un’occasione per parlare di risultati di ricerca, riflessioni, esperienze, testimonianze, dell’impatto della pandemia nelle strutture per anziani e di progettazione dei servizi di assistenza alle persone anziane.