di Antonella Nesi 

“La vita non va sempre bene ma riuscire a creare un disco pieno di carica positiva è la maniera per trarre qualcosa di bello dal negativo”. Ghemon accompagna con queste parole l’uscita di ‘Scritto nelle stelle’, il suo nuovo album di inediti disponibile da domani (una coproduzione Carosello Records e Artist First).  

“Uscire con un nuovo disco in questo momento storico – ammette Ghemon – è stata una grande sfida, ma ho voluto dare la giusta importanza a un disco a cui ho lavorato tanto. E soprattutto l’ho fatto per i miei fan, che mi seguono da sempre con grande entusiasmo e affetto. Mi è sembrato giusto rispettare loro e la loro passione. Molti di loro avevano preordinato il disco già più di un mese fa ed è mio dovere uscire in questo momento. Già all’annuncio dello slittamento dal 20 marzo al 24 aprile, tutti i miei fan hanno rispettato questa scelta, comprendendo le difficoltà del momento”. 

Non a caso, dal 27 aprile prenderà il via anche un instore digitale. Ghemon infatti è il primo artista a organizzare degli incontri virtuali per i fan più fedeli: chi infatti ha preordinato il disco entro il 23 aprile su musicfirst.it, ha la possibilità di incontrare Ghemon virtualmente. I fan riceveranno una mail con le istruzioni personalizzate per accedere al proprio turno di instore digitale. “Se le limitazioni per la prevenzione del virus ci tengono lontani, il minimo che io possa fare è rispondere in modo creativo”, commenta Ghemon. 

‘Scritto nelle stelle’ è il disco della maturità artistica per Ghemon (“è un disco più consapevole, adulto e leggero rispetto all’ultimo”), un viaggio introspettivo pieno di luce ed energia positiva, un disco che consacra Ghemon come uno dei pionieri del rap in Italia ma anche come artista capace di evolvere mescolando le sue origini con il soul e l’rnb d creando un unicum nel panorama musicale italiano. Come per i lavori precedenti, la produzione esecutiva del nuovo album è di Tommaso Colliva. “Sono un secchione – dice ridendo Ghemon – e per questo disco sono stato un produttore artistico aggiunto al grande Tommaso Colliva, perché sapevo esattamente cosa voler aggiungere al livello sonoro”. 

Un melting pot di stili coerente con il personaggio e il suo linguaggio: “Ghemon non dice niente che Gianluca (all’anagrafe Ghemon si chiama Giovanni Luca Picariello, ndr.) non potrebbe sostenere. Non parlo mai di quello che ho, ostentando, come le logiche del nuovo rap impongono. Piuttosto preferisco raccontare me e le mie sensazioni. Gli artisti parlano spesso dei loro privilegi e poco dei loro doveri. Io voglio fan che mi ammirino, non che mi invidino”, sottolinea. 

In questo momento si torna a parlare delle possibilità economiche degli artisti in relazione alla crisi creata dal coronavirus e alla richiesta di aiuti allo Stato: “Dobbiamo far capire alle persone che la nostra è una categoria ben strutturata, fatta di aziende grandi, medie e piccole, con obblighi, fatture, scadenze da rispettare, persone che lavorano e che hanno famiglie a carico, come tutti gli altri. A volte è colpa anche di noi artisti che non facciamo capire questa realtà, nascondendo le difficoltà che anche noi abbiamo. Non dobbiamo far passare il messaggio che è tutto un sogno il nostro lavoro. Non è solo un dono, ma quello che otteniamo spesso è frutto di impegno, fatica e sacrifici. Ad esempio, la mia è una piccola azienda fatta di 14 persone che lavorano con me solo per il tour (senza contare etichetta e distribuzione)”, afferma. 

‘Scritto nelle stelle’, sesto disco dell’artista campano, contiene 11 brani ed è stato anticipato dai singoli ‘Questioni di Principio’, ‘In un certo qual modo’ e ‘Buona Stella’. Dal 28 aprile sarà in radio un altro brano estratto dal disco, ‘Champagne’ che, come dice lo stesso artista, “fin dall’incipit è una specie di calamita. Già prima dell’entrata della voce trasuda madeleine proustiane da ogni battuta. Quel rap, quella cazzimma che regge il testo, quell’uso melodico delle parole su una base a tratti secca e a tratti cicciona”. 

Gli altri brani che compongono l’album sono: ‘Due settimane’ (“Il paradosso della traccia è che rende figa la narrazione, se non proprio della sfiga, dell’andazzo un po’ ‘trasanda’ che la vita prende in certi momenti. Ma poi c’è la consapevolezza di una condizione momentanea”, dice Ghemon); ‘Cosa resta di noi’ (che “accende un faro sulla fine delle relazioni”); ‘Incredibile e romantico’ (qui parla “la voce amica che sprona”); ‘Io e te’ + ‘Un vero miracolo’ (questi due brani celebrano un “vero miracolo”, “quando lei ti manda KO in un amen e allo stesso tempo potenzia esponenzialmente la tua autostima”); ‘Un’anima’ (dedicato alla “paura del fallimento”). Ultimo pezzo della tracklist è ‘KO’: “Il pezzo perfetto per chiudere il disco(rso). Nonostante l’ansia e la paura di fallire, è ora di andare”, conclude Ghemon.