Nasce Orto 2.0: un vero e proprio servizio di coltivazione in remoto. Si potranno coltivare pomodori, zucchine e altri ortaggi con il solo uso dello smartphone…

Se vi piace l’idea di poter avere un’alimentazione sana, magari tramite l’utilizzo di prodotti coltivati interamente da voi arriva finalmente la start-up dei vostri sogni.

Rivoluzione nel mondo agricolo. Come? Con il diserbante ecologico

Si chiama Orto 2.0 ed è l’idea di sei ragazzi laureati in economia ed ingegneria che, nel laboratorio promosso dall’Università di Roma “Tor Vergata” e l’associazione “Next”, hanno avviato un progetto interessante ed innovativo. È proprio nell’orto botanico della seconda università romana che si stanno piantando le prime strutture operative per portare avanti questo interessante esperimento.

Non si tratta di un nuovo giochino per smartphone ma di un vero e proprio servizio di coltivazione in remoto. Chiunque possegga un computer o telefono Android o Apple potrà quindi coltivare un orto controllandolo a distanza.

Orto 2.0: come coltivare prodotti a distanza. Ci sono anche i consigli di un agronomo e una webcam

Ma come si fa? Basterà scegliere un lotto della misura minima di 50mq e poi selezionare il prodotto da voler coltivare tramite una semplice App. Da questa, poi l’utente potrà scegliere le operazioni da compiere, tramite i consigli di un agronomo e un monitoraggio via webcam presente 24 ore su 24.

Alla fine del processo produttivo, l’utilizzatore di Orto 2.0 potrà anche decidere se farsi spedire, andare a raccogliere o ritirare, scambiare con altri utenti o trasformare in conserve i prodotti del suo orto. Un sistema “social” capare di fare interagire i “contadini 2.0” ed evitare ogni possibile spreco.

Orto 2.0: sistema innovativo, social e anti-spreco

Per quello che riguarda la localizzazione dei lotti, invece, il team è alla ricerca di nuovi terreni e concessioni, per tutto incentrato sulla città di Roma e i suoi dintorni.

Ma la start-up guarda più in alto, stando a quanto rivela il CTO di Orto 2.0 Stefano Di Febbo. L’obiettivo di lungo termine è infatti il franchising e, soprattutto, l’utilizzo dei terreni che altrimenti rimarrebbero incolti.

L’idea di Marco Tomarelli, Lorenzo Artibani, Stefano Di Febbo, Gianluca Nardo, Flavio Ottaviani si è sviluppata inoltre nel senso di una partnership con le scuole primarie, al fine di rendere l’orto uno strumento didattico e di sensibilizzazione alle tematiche ambientali e nutrizionali.

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