La trasformazione smart farebbe bene al pianeta e al portafoglio: ma il condizionale è d’obbligo

Riconvertire gli edifici italiani in chiave efficente e smart porterebbe ad un risparmio di 12-14 miliardi di euro (circa 230 euro pro-capite), pari al 20-22% delle bollette delle famiglie italiane nel 2022: questo è l’esito del Rapporto Strategico della Community Smart Building di The European House – Ambrosetti sulla filiera industriale, tecnologica e di servizio dell’Edificio Intelligente in Italia.

Nonostante la scadenza del 2030 sia ormai dietro l’angolo, infatti, con i suoi obiettivi di decarbonizzazione imposti a livello europeo, in Italia oltre la metà degli edici risulta di classe energetica F e G.

È quindi più che mai urgente avviare la riconversione in chiave efficiente e smart: riconvertire consentirebbe infatti di ridurre i consumi energetici del 20-24% all’anno, mentre quelli idrici del 4-5%. In questo modo si taglierebbe tra il 19 e il 28% delle emissioni di CO2 del settore edilizio. 

Questo secondo il report di The Europe House avrebbe un impatto anche in termini economici: si calcola un risparmio complessivo tra i 12 e i 14 miliardi di Euro (considerando 10,8-11,9 miliardi per consumi energetici e 1,6-1,8 miliardi per quelli idrici) a livello di Sistema-Paese, pari a circa il 20-22% delle spese per consumi energetici delle famiglie italiane nel 2022. Questo si tradurrebbe ogni anno in un risparmio netto complessivo pro-capite circa pari a 230 Euro. 

Sono i risultati del Rapporto Strategico della prima edizione della Community Smart Building, la piattaforma di confronto di alto livello avviata da The European House – Ambrosetti nel 2022 proprio con l’obiettivo di mappare la base industriale, tecnologica e di servizio collegata in Italia allo Smart Building.

C’è però da chiedersi se e come il paese può avviare questa transizione, che farebbe bene non solo al pianeta ma anche alle tasche degli italiani, provate da rincari in ogni settore.

Le tecnologie per la trasformazione smart

Secondo il Report, l’Italia è addirittura all’avanguardia per quanto riguarda le tecnologie per ridurre le emissioni di gas serra e per l’edilizia sostenibile: a dimostrarlo è l’elevata quota di brevetti sul totale europeo, che riflette l’impegno del Paese in questi settori. L’Italia nel 2021 è il terzo Paese in Europa per la quota di brevetti nelle tecnologie di mitigazione del cambiamento climatico legate agli edifici (7,4%), dietro solo a Germania (35,1%) e Francia (15,4%).
Il Report Strategico della Community Smart Building di The European House – Ambrosetti ha mappato 500 tecnologie applicabili agli edifici per sviluppare un modello di stima sui benefici ambientali, economici e sociali connessi agli edifici intelligenti. In questo modo sono state individuate 120 singole tecnologie smart.
L’operazione consente di far emergere l’interconnessione e l’interoperabilità tra le varie tecnologie come aspetti distintivi di uno Smart Building, e di comprendere, tramite il modello di stima associato, i benefici in termini ambientali, economici e sociali di ogni tecnologia.

In particolare, un Edificio Intelligente si basa su tecnologie quali Building Management Systems (BMS) e applicazioni digitali e di gestione che, grazie alle piattaforme di integrazione e di controllo, sono in grado di interagire e integrarsi con le tecnologie e prodotti all’interno dell’edificio, caratterizzate nei seguenti cluster: impianti di produzione e distribuzione dell’energia, connettività, raffrescamento e riscaldamento, sicurezza, gestione della risorsa idrica, illuminazione, comfort e well-being, sensori e attuatori, elevatori e smart meter.

Tre proposte per favorire la diffusione degli “Edifici Intelligenti”

La Community Smart Building con il suo Rapporto ha identificato tre ambiti di policy da cui è necessario partire per avviare il percorso di riconversione efficace ed efficiente.

  1. Definire gli standard per affermare una definizione univoca di Edificio Intelligente. La Community propone di definire e ampliare gli standard associati all’Edificio Intelligente, includendo anche le tecnologie smart e dimensioni chiave, così da affermare di conseguenza una definizione univoca e olistica di Edificio Intelligente, che veda l’edificio come la somma di tutte le parti coinvolte, sia le componenti esterne sia le tecnologie interne. Inoltre, suggerisce di promuovere la determinazione della classe energetica degli edifici includendo anche gli interventi sui prodotti e sulle tecnologie che lo caratterizzano (elettrodomestici, impiantistica, illuminazione, erogatori, elevatori, ecc.) e di considerare l’integrazione delle tecnologie smart e il risparmio idrico come temi fondativi nel concetto di efficienza di un edificio e inserire nei regolamenti edilizi dei Comuni italiani fondi strutturati e con capacità di spesa per l’efficientamento idrico negli edifici. 
  2. Sviluppare un modello operativo per la sostenibilità degli investimenti. La Community chiede di adottare come modello operativo generale uno schema di “obblighi incentivati”, con requisiti minimi di legge associati a schemi di incentivi e misure di accompagnamento. Si propone inoltre la creazione di uno sportello unico (“one stop shop”) che guidi i cittadini nei processi di ristrutturazione e di un “Libretto di manutenzione della casa” digitale. Fondamentale sarà inoltre l’introduzione di incentivi per gli attori della filiera estesa dell’Edificio Intelligente. 
  3. Favorire filiere industriali ed ecosistemi dell’innovazione legati alle tecnologie smart per gli edifici. Come policy di lungo periodo, la Community Smart Building propone la creazione di un organismo di coordinamento interministeriale trasversale sui temi della transizione energetica nel settore degli edifici e di un polo nazionale sulle tecnologie dell’Edificio Intelligente, istituendo un centro di competenza e di trasferimento tecnologico. 

Considerazioni conclusive della prima edizione della Community Smart Building

Gli Smart Building completamente integrati sono l’elemento base per la costruzione di una Smart City che abbia come obiettivo principale una società tecnologicamente adeguata all’individuo; un individuo al centro di un ambiente sostenibile, inclusivo e socialmente avanzato, che integra servizi innovativi data driven, trasforma gli spazi, massimizzando le opportunità di scelta personale e di privacy, in ottica Società 5.0. La massimizzazione del risultato e il contenimento degli investimenti impongono una progettazione integrata che, partendo dai materiali, attraverso impianti, devices, tecnologie e connettività basati su standard evoluti, arrivi allo sviluppo di servizi avanzati alla persona e alla comunità. In quest’ottica, tutte le considerazioni e le idee emerse nella prima edizione della Community, potranno trasformarsi in strategia, guidare un’azione e creare nel tempo valore per il Paese.