Mobilitazione internazionale per chiedere alle autorità governative delle isole Canarie di negare il permesso per la costruzione del primo allevamento di polpi al mondo, la cui apertura è prevista per questa estate, con una commercializzazione stimata in 3 mila tonnellate di polpo all’anno a partire dal 2023.

Bologna, 3 maggio – L’associazione Essere Animali, assieme all’Aquatic Animal Alliance (AAA), una coalizione di più di 110 organizzazioni non profit e scienziati in tutto il mondo, si schiera contro l’apertura del primo allevamento di polpi al mondo, nelle vicinanze del porto della città di Las Palmas de Gran Canaria, in Spagna, e avverte le autorità governative delle isole Canarie dei seri rischi ambientali che ne deriverebbero.

La multinazionale spagnola Nueva Pescanova, che ha annunciato lo scorso novembre l’apertura
dell’allevamento, ha richiesto il permesso ambientale per la costruzione alle autorità locali ma solo
recentemente la documentazione fornita dalla compagnia spagnola, contenente maggiori informazioni a
supporto della richiesta, è stata resa pubblica.
Secondo Essere Animali e l’AAA, la documentazione genera gravi preoccupazioni a causa dell’evidente mancanza di informazioni circa i potenziali effetti negativi che l’allevamento comporterebbe per l’ecosistema marino e la comunità dell’isola. La multinazionale non specifica né i metodi né i processi per impedire l’infiltrazione di sostanze potenzialmente pericolose negli effluenti o la concentrazione di elementi chimici come ammonio, nitriti, nitrati e fosforo, che possono danneggiare l’ecosistema.
In aggiunta, desta preoccupazione che nella documentazione presentata non vi sia alcun riferimento alla
possibile diffusione di malattie, tipicamente riconducibile a condizioni di allevamento intensive. Secondo quanto riportato da Nueva Pescanova “nel caso specifico del polpo, nessuna patologia rilevante è al momento conosciuta”.

Tuttavia, studi scientifici dimostrano che i polpi possono essere colpiti da una ventina di patologie
differenti – incluso il batterio Vibrio Cholerae, responsabile dell’infezione da colera negli esseri umani.
Ciononostante, la multinazionale spagnola non menziona nessuno dei potenziali agenti patogeni che possono essere trasmessi agli animali marini selvatici o agli esseri umani. Allo stesso tempo, Nueva Pescanova omette i rischi degli eventuali trattamenti utilizzati per curare le patologie, come l’uso massiccio di antibiotici e antiparassitari, che contribuirebbe ad acuire l’attuale crisi globale costituita dal fenomeno dell’antibioticoresistenza.

Inoltre, essendo il polpo una specie carnivora, l’allevamento di questi animali aggraverebbe la pressione su mari e oceani, già pesantemente colpiti dalla pesca intensiva, in quanto per alimentarli si ricorrerebbe a grandi quantità di pesci selvatici e altri organismi acquatici catturati in natura, successivamente trasformati in farina e olio di pesce, ingredienti principali dei mangimi dell’acquacoltura intensiva.