La sospensione della produzione a causa del Covid sta impattando anche sull’elettronica e la scarsità di microchip fa schizzare i costi.

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La pandemia da Covid-19 sta impattando anche in maniera insospettabile sull’intera economia mondiale e sui mercati. Tra le conseguenze che si stanno registrando, per esempio, c’è la scarsità di microchip dovuta al blocco prolungato della produzione. Questo, insieme all’aumento della domanda di prodotti elettronici, sta portando a un peso maggiore sul portafogli dei consumatori.

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Il ‘Wall Street Journal’ parla di aumento dei costi di approvvigionamento con il conseguente aumento dei prezzi alla vendita. PC e stampanti, in particolare, sarebbero rincarati rispettivamente del 20% e dell’8% (fonte: greenme). E le automobili, sempre più tecnologiche e connesse, ne stanno risentendo dal momento che il 35% del loro prezzo è legato all’elettronica. Ma l’impatto va oltre il costo al dettaglio e sono addirittura 169 i settori colpiti dalla carenza di microchip sul mercato.

Il problema a monte è dovuto alla concentrazione della produzione di questi elementi. Basti pensare che solo Taiwan ne realizza il 45%. Molto più contenuta, invece, la produzione negli Stati Uniti e in Europa. Ne deriva che il lockwdown dovuto al Coronavirus ha letteralmente paralizzato gli stabilimenti che distribuiscono chip nel mondo. Le conseguenze potrebbero farsi sentire fino al 2022 e non si esclude la possibilità di ulteriori aumenti.

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Articolo di Paola M. Farina

Foto Shutterstock