Il Presidente Biden si schiera contro la “Gun Violence” negli USA. “E’ un’epidemia ed un imbarazzo internazionale”.

Il triste ruolo delle armi negli Stati Uniti è ben noto a tutti. La cronaca non manca di ricordarlo quasi ogni giorno, riportando su tutti i media nazionali ed internazionali gravissimi episodi di “Gun Violence“.
L’ultimo è quello che ha visto coinvolto un ex campione di football in South Carolina, colpevole di aver ucciso 5 persone con un’arma da fuoco.
Questo l’episodio che ha fatto traboccare il vaso. La tragedia che portato il Presidente Biden a dire la sua sul triste ruolo delle armi in America.

Biden: “Gun Violence is an epidemic”

Un momento storico per la politica americana, sicuramente per l’amministrazione Biden-Harris.
Il Presidente Joe Biden, sostenuto fortemente dalla Vice-Presidente Kamala Harris, è intervenuto ai microfoni denunciando quanto successo.
Biden definisce la violenza scaturita dall’uso delle armi in America come un’epidemia, un imbarazzo internazionale.

Negli USA, ogni anno muoiono in media 35mila persone a causa delle armi da fuoco. Quasi un americano su tre afferma di possedere un’arma da fuoco.
In molti casi, inoltre, si sta parlando di armi da fuoco di livello militare, del calibro dei fucili d’assalto.
Non è difficile, allora, rispondere alla domanda: “Come mai si assiste in America a così tanti episodi di violenza e tragedie?

“The right of the people to keep and bear arms…”

Da dove nasce questo problema negli USA?
Perché si sente di continuo parlare di stragi, tragedie e uso improprio delle armi da fuoco in America?
Perché nessuno è ancora intervenuto?
Per la prima di queste domande bisogna fare un tufo nel passato di oltre due secoli, fino alla proclamazione della Costituzione Americana.
In particolare, fino alla stesura del Secondo Emendamento.

“Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una milizia ben organizzata, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non può essere infranto”.

Così recita il secondo emendamento e su di esso affondano le radici del diritto del cittadino statunitense di detenere le armi da fuoco.
Un emendamento fortemente voluto al tempo, soprattutto dai proprietari terrieri per tenere a bada le rivolte degli schiavi, ma che oggi non ha più ragione d’esistere.
Sfortunatamente, il tema continua ad assumere una valenza importante anche oggi. A protezione del secondo emendamento si sono eretti colossi mediatici, personalità di spicco del paese e soprattutto l’influente associazione NRA “National Rifle Association”.
La NRA esercita la sua influenza specialmente sul Partito Repubblicano, da tempo schierato su posizioni conservatrici su questo tema.
Perché, allora, nessuno è ancora intervenuto?
La risposta è chiara. I limiti sociali e politici sono evidenti.
Le parole di Wayne LaPierre, Vice-Presidente Esecutivo della NRA, nel 2013 sono sufficientemente eloquenti:

“La sola cosa che ferma un cattivo con un’arma è un buono con un’arma”.

Una frase a testimonianza che la risposta all’eccessivo e pericoloso uso delle armi negli USA sia un incentivo all’utilizzo delle armi.

Biden, il suo piano contro la “Gun Violence”

Dopo la strage del Dicembre 2012 in una scuola elementare a Newtown, nel Connecticut, anche il Presidente Obama aveva esposto il suo piano nazionale per ridurre a zero il problema armi negli USA.
Gli obiettivi dell’amministrazione Obama erano chiari: il bando delle armi d’assalto, l’estensione dei background check, i controlli delle autorità su chi intende acquistare un’arma, e la capienza dei caricatori.
Gli obiettivi dell’amministrazione Biden-Harris sono molto simili. Prima di tutto, le restrizioni sulla produzione e la vendita delle armi d’assalto.

Tra Biden ed il suo obiettivo si erge il secondo emendamento, difficile da superare. Biden ha già dichiarato che “nessuno vuole promuovere qualcosa che violi il secondo emendamento della Costituzione americana”, ma si tratterà comunque di una lotta dura.
L’ostacolo più grande è rappresentato dal Senato, dove i Democratici di Biden possono contare 50 rappresentanti ed avranno bisogno del sostegno di almeno dieci senatori repubblicani per raggiungere l’obiettivo di far approvare una legge sulla restrizione delle armi d’assalto.
Quella sulle armi sarà una battaglia politica durissima.