Dalle ultime analisi effettuate sulle acque italiane hanno mostrato un netto miglioramento nella purezza durante il periodo di lockdown

Un effetto inaspettato della pandemia è la limitazione dell’inquinamento ambientale. Già durante il primo lockdown la qualità dell’aria in Cina è migliorata notevolmente così come nel resto del mondo. Il tutto è dovuto ai limiti per la circolazione e al rallentamento delle attività produttive. Ora quadro generale che emerge dal monitoraggio straordinario effettuato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA) e dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto offre delle novità. Da quanto emerge anche le acque sono molto più pulite e limpide.

Acque più limpide rispetto al passato

Il Ministero dell’Ambiente ha richiesto l’indagine delle acque marine e non solo da aprile. L’obbiettivo era stabilire gli effetti del lockdown sulle acque italiane. Il monitoraggio è stato condotto in 457 stazioni di prelievo lungo tutto l’arco costiero nazionale, scelte tra quelle che presentavano dati storici confrontabili con quelli 2020.

“Lo scopo di questa indagine straordinaria  era proprio quello di conoscere lo stato di salute dei nostri mari a ridosso del lockdown. Per avere quindi evidenza scientifica di quello che già i nostri occhi potevano verificare, ovvero mari più limpido e un ambiente più pulito. Oggi questi dati ci fanno conferma di tutto questo. Il nostro impegno ora è fare sì che questi standard di qualità siano mantenuti nella costruzione di una nuova normalità green”

spiega il Ministro dell’ambiente Sergio Costa.

La caratteristica principale che emerge delle diverse regioni è la limpidezza delle acque marine, che risulta essere maggiore rispetto le medie stagionali. In particolare la trasparenza del mare Laziale è aumentata e alcune zone del ponente ligure presentano una visibilità fino 10 m. Questo è dovuto anche dalla scarsità delle piogge e alle condizioni meteo che hanno portato in mare una quantità minore di solidi sospesi. Non sono cambiamenti legati solo alle attività umane. Attraverso il sistema satellitare Copernicus si è osservato la diminuzione delle particelle presenti in acqua rispetto agli anni precedenti. Le analisi sonno state svolte in particolare su Po e Adige da Arpa Veneto, Ispra e Capitaneria di Porto di Venezia.

Non solo limpidezza

L’indagine ha svelato che le acque della Campania presentano una diminuzione dell’ inquinamento acustico oltre che composizionale. Durante il lockdown infatti è diminuito enormemente il traffico marittimo, così come quello terrestre. L’Arpa della regione ha rilevato infatti che l’assenza di imbarcazioni e idrogetti ha influito molto sul comportamento della fauna locale.

I dati raccolti sono ovviamente preliminari, nonostante gli sforzi notevoli di analisi portanti avanti durante l’ultimo anno. Tuttavia per confrontare i trend sarà necessario effettuare nuovi studi considerando finestre temporali ben più ampie.

“Al lavoro di monitoraggio che il Sistema SNPA garantisce da anni lungo tutto l’arco costiero per assicurare la balneabilità delle acque, quest’anno, su input del Ministero e con la collaborazione delle Direzioni Marittime, abbiamo condotto la campagna straordinaria per indagare gli effetti del lockdown. Uno studio che ci ha visti impegnati anche nel monitoraggio dell’aria, del suolo, dei rifiuti e su molti altri fronti legati alla salute dell’ambiente e dell’uomo. Impegno profuso da una rete di oltre 10 mila esperti su tutto il territorio nazionale”

ha dichiarato Stefano Laporta, presidente Snpa.

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