Il Festival della Diplomazia offre lo spunto per discutere di Cyber Warfare e delle gravi conseguenze sociali che potrebbe generare.

Cyber Warfare e disagi sociali sono i nuovi temi affrontati nell’ambito del Festival della Diplomazia di Roma.
A discuterne il Generale Dino Tricarico e la giornalista Carmen Lasorella.

Cyber Warfare, un nuovo modo di combattere

Non si scopre di certo oggi la minaccia della guerra cibernetica. Questo nuovo modo di combattere emerge tempo fa e si riscopre come potenzialmente disastroso, come sottolinea Dino Tricarico.
Non si tratta di trincee, o scontri frontali, bensì di scontri silenziosi, spesso invisibili e, pertanto, più pericolosi.
Le infrastrutture critiche rischiano un collasso potente di fronte al Cyber Warfare, compromettendo le diverse articolazioni del vivere sociale, attraverso la rete cibernetica.

Come disinnescarlo?

Durante il cambio di data dalla mezzanotte del 31 Dicembre 1999 e l’1 Gennaio 2000, ci si è resi conto delle prime minacce in questo senso.
Il Millennium Bug ha reso palese la possibilità che una mano ossessiva potesse generare dei disastri su scala sociale ed internazionale.

Disinnescare non è certo, però, qualcosa di semplice.
Come evidenzia Carmen Lasorella, le guerre tradizionali si componevano di un casus belli chiaro. Ricondurre, adesso, lo scoppio di una guerra cibernetica ad un momento preciso diventa arduo.
La manovra si complica ancor di più, con la consapevolezza delle molteplici occasioni, spesso non emerse, che dallo sfondo possono essere in grado di causare uno scontro cibernetico.

Advanced Persistent Threat, difesa contro un pericolo costante

Una maniera efficace per difendersi è quella di rimanere sempre all’erta. L’effetto positivo potrebbe, quindi, essere visto in un’accelerazione dei processi che compongono le linee di difesa contro il Cyber Warfare.
In questo consiste l’Advanced Persistent Threat, che porta ad un adeguamento continuo di fronte ad un pericolo costante.

In Italia, si continuano ad effettuare esercitazioni per penetrare le difese dei sistemi (ad esempio dell’Aereonautica Militare), in modo tale da individuare le fragilità ed allenarsi a difendere.

L’auspicio di Dino Tricarico è quello di donare alla ricca realtà italiana di società scientifiche un ente istituzionale per coordinare la difesa.
Un brand nazionale per la difesa contro il Cyber Warfare, in grado di mettere a sistema le realtà scientifiche, contro una minaccia invisibile. 

La soluzione deve, quindi, essere tempestiva, perché il prezzo da pagare per il Cyber Warfare potrebbe risultare altissimo, anche senza spargere una goccia di sangue.