Le misure emergenziali che scandiscono le nostre giornate, si potrebbero potenzialmente protrarre per un periodo indefinito di tempo. Questi cambiamenti diventeranno parte integrante della nostra routine, ed è per questo che il settore del Design si è, sin da subito, messo all’opera con l’obiettivo di ideare nuovi oggetti così da agevolare la convivenza con un futuro, di cui non sappiamo ancora molto.

L’emergenza sanitaria ha interrotto, ed in seguito stravolto, la nostra quotidianità. Il cambiamento più significativo è quello del distanziamento sociale, non solo inteso tra uomo ed uomo ma anche tra uomo ed oggetto. Qui interviene il Design, l’unico settore capace di creare oggetti estetici, ma soprattutto funzionali. 

Le misure emergenziali che scandiscono le nostre giornate, si potrebbero potenzialmente protrarre per un periodo indefinito di tempo. Questi cambiamenti diventeranno parte integrante della nostra routine, ed è per questo che il settore del Design si è, sin da subito, messo all’opera con l’obiettivo di ideare nuovi oggetti così da agevolare la convivenza con un futuro, di cui non sappiamo ancora molto. Il Design ridisegnerà i nostri spazi e ciò che contengono, avvalendosi della prossemica, e cioè della relazione che si instaura tra uomo ed oggetto.

Il Design è il decodificatore delle necessità dell’uomo, ed anche quello che trasforma i suoi desideri in realtà. Per questo stanno prendendo vita innumerevoli progetti, per trasmettere messaggi di creatività, innovazione, e speranza. Il COVIDesignJam che si terrà dal 22 al 24 maggio su miro.com, riunirà persone comuni, artisti, sportivi e professionisti in una sessione nella quale i vari partecipanti si scambieranno idee, per ridimensionare il nostro futuro. Come una Jam session tra musicisti, nella quale si improvvisano ritmi e suoni, in questa riunione virtuale verranno decriptate le nuove necessità quotidiane, ed in seguito proposte delle soluzioni. Un altro progetto, lanciato il 3 aprile, è il DAC “Designers Against Coronavirus”, un archivio digitale che presenta progetti ed illustrazioni da tutto il mondo, al fine di opporsi alla sfiducia diffusa dal Coronavirus, comunicando attraverso bellezza e creatività.

Gli oggetti del futuro 

Negli ultimi 3 mesi i designer si sono lasciati trascinare da quest’ondata di innovazioni, ideando e creando cose che non avremmo mai potuto immaginare prima d’oggi. I designer Manuela Simonelli ed Andrea Quaglio stanno progettando per il brand francese Lexon, un caricatore di cellulare senza fili con sanificatore incorporato. L’oggetto somiglia ad un piccolo vaso, mentre il telefono si carica, una lampada UV-C ne sterilizza lo schermo. La compagnia belga Materialise, sta progettando un apriporta, senza l’uso delle mani, questo per evitare che ci sia un contato diretto con le maniglie dei luoghi pubblici. Queste sono solo alcune delle idee che sono già entrate in fase di progettazione, e che presto useremo ogni giorno. 

Spesso parliamo ed immaginiamo a cosa somiglierà la vita dopo la fine della pandemia mondiale, come se fosse la prima che l’umanità avesse subito. La verità è che ce ne sono già state, e che sicuramente ce ne saranno altre; quindi è lecito chiedersi se questa rivoluzione degli spazi, e delle abitudini non sia forse un po’ esagerato, ed anche se non fosse il caso, chi ci garantisce che il prossimo virus si comporterà alla stessa maniera ?