In queste settimane di chiusura forzata, perciò, sugli scaffali dei negozi alimentari è sempre più difficile trovare il lievito. Molto più complicato della farina. Perché? Forse non tutti sanno che non si tratta di un “articolo” che si produce

Da quando gli italiani sono costretti alla quarantena forzata per via dell’emergenza da Covid-19, nei supermercati è stata fatta razzia di due prodotti in particolare: lievito e farina.

Questo perché ci sono numerose ricette, sia dolci sia salate, che si possono realizzare con questi due ingredienti. Dal pane alla pizza, dalle torte ai ciambelloni: tutti sembrano aver riscoperto doti culinarie che, prima dell’epidemia, erano evidentemente nascoste.

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In queste settimane di emergenza, perciò, sugli scaffali dei negozi alimentari è sempre più difficile trovare il lievito. Molto più complicato della farina. Perché? Forse non tutti sanno che non si tratta di un “articolo” che si produce.

Covid-19: non è tutta colpa del virus, il lievito ha i suoi tempi

Proprio così, il lievito non si produce. Si coltiva. Ecco perché è così difficile da reperire in questi giorni di quarantena, soprattutto quello fresco. È un problema di domanda: nel giro di pochi giorni gli italiani hanno quadruplicato la richiesta di questo ingrediente.

Il lievito è un organismo vivo e la sua coltivazione ha dei tempi ben precisi che devono essere rispettati. Lo conferma il Gruppo Lievito da zuccheri di Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia che rappresenta il settore.

“I nostri impianti lavorano senza sosta, nonostante il periodo difficile. Il nostro obiettivo è rispondere alla domanda dei consumatori, garantendo l’alta qualità delle nostre produzioni e, al tempo stesso, la salute dei nostri lavoratori” – ha spiegato Piero Pasturenzi, presidente del Gruppo Lievito.

La presenza di questo prodotto, tuttavia, non è garantita da un processo industriale intensivo e quindi modulabile in base alle richieste. Si tratta di un microrganismo che nasce da un sottoprodotto di origine agricola: il melasso da zucchero. E questo ha i suoi tempi di produzione.

“Le aziende creano le condizioni più favorevoli perché si riproduca in presenza di ossigeno; in pratica tutto si basa sulla fermentazione dello zucchero, un processo che non ha nulla di artificiale e che, ovviamente, ha i suoi tempi” – ha aggiunto Pasturenzi.

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