Una storia terribile, che tutti ricordiamo ancora bene: i cagnolini vennero liberati da un gruppo di volontari che fecero irruzione nello stabilimento ma poi vennero denunciati. Oggi per loro finisce l’incubo

Era il 28 aprile 2012 quando a Montichiari, in provincia di Bergamo, vennero liberati centinaia di cagnolini dal canile lager che li deteneva, il famigerato Green Hill: si trattò di un’operazione senza precedenti, che però si è ritorta contro i volontari e i manifestanti che la portarono a termine, che vennero denunciati per furto, violazione di domicilio, danneggiamento e rapina.

La storia, terribile, ebbe grande risalto mediatico: venne scoperto che in questo allevamento nella bergamasca migliaia di cani venivano detenuti in condizioni irregolari ed illegali, menomati e maltrattati, oltre che fatti nascere e crescere al solo scopo della sperimentazione di sostanze chimiche, pesticidi, detersivi ed altre sostanze. I cani da Green Hill venivano inviati nei laboratori di tutta Europa. Molti di loro non avevano mai visto la luce del sole, non conoscevano altra realtà che quella da incubo del laboratorio. Nei freezer vennero trovati centinaia di cadaveri di cane senza nome, non registrati e palesemente maltrattati.

Green Hill, assolti i volontari

In questi giorni è finalmente arrivata la sentenza di assoluzione della Corte d’Appello di Brescia, che mette finalmente fine a questo incubo: la notizia arriva da Antonino Morabito, responsabile fauna, benessere animale e Cites di Legambiente, che insieme alla LAV ha seguito da vicino tutte le fasi di questa complessa vicenda.

La sentenza di oggi – ha dichiarato Morabito – restituisce serenità agli undici giovani che, coraggiosamente, esponendosi in prima persona, otto anni fa hanno portato alla luce quanto avveniva nei capannoni interrati dietro il filo spinato dei recinti dell’allevamento lager di Montichiari”.

2639 cani, tra cui mamme e molti cuccioli, sono stati messi in salvo dal canile lager e affidati a famiglie nel giro di poche settimane: già nel 2013 la Cassazione aveva sentenziato che quei cuccioli potevano restare con le famiglie che li avevano accolti.