Tre ragazzi napoletani si aggiudicano la finale della competizione mondiale Zero Robotics del MIT di Boston, ma rischiano di non partire per mancanza di fondi.

Tre ragazzi italiani si aggiudicano la finale di Zero Robotics, un concorso di robotica applicata alle scienze dell’aerospazio, ma la scuola non ha i soldi per mandarli negli USA.

Accade sempre più spesso che le scuole italiane non abbiano risorse sufficienti per sostenere i propri gruppi di ricerca. E così, a volte, ci si deve accontentare di guardare gli eventi succedere da lontano.

E’ il rischio che corrono Davide Di Pierro, Luigi Picarella e Mauro D’alò dell’istituto tecnico industriale “Augusto Righi” di Napoli. Si sono aggiudicati il secondo posto nella competizione mondiale di robotica Zero Robotics, ogni anno promossa dal MIT di Boston, ma la scuola non ha risorse sufficienti per sostenerli fino in fondo.

La sfida per gli studenti era di scrivere un codice informatico per agganciare un satellite robotizzato alla Stazione Spaziale Internazionale. I ragazzi del Righi hanno sviluppato un algoritmo insieme ai loro docenti e hanno superato oltre 200 altri team di tutte le scuole del mondo, dall’Australia alla Germania, dalla Russia agli Stati Uniti (molte delle quali in gara con il sostegno di sponsor del calibro di Apple e Microsoft). Ora sono in finale con altri 13 team.

I tre studenti, ancora minorenni, inizialmente l’hanno presa con filosofia: “siamo contenti così. È chiaro che sarebbe bello partecipare alla finale, star lì in collegamento diretto con la Stazione Spaziale, vedere il satellite muoversi grazie ai nostri algoritmi, andare a gareggiare a Boston a gennaio e poi, mi piacerebbe molto incontrare Samantha Cristoforetti” raccontano ai giornalisti.

L’Istituto Righi è un’eccellenza nazionale. Partecipa e arriva in finale allo Zero Robotics da cinque anni. Ma anche lo scorso anno per mancanza di fondi non hanno potuto partecipare e negli anni passati le spese sono state spesso a carico delle famiglie. Quest’anno si rischia nuovamente di non riuscire. E allora Davide, Mauro e Luigi provano con un appello sul sito de “il sabato delle idee”, un network di scienziati che lavorano su progetti di rilancio delle eccellenze campane.

Neanche 24 ore dall’appello e si mobilita l’opinione pubblica nazionale e internazionale. Dalla giornalista Maria Latella di Radio24, alla Redazione del TG3 che si offre di coprire per intero i costi di trasferta dei tre studenti.
Una gara di solidarietà che ha travalicato i confini nazionali: “Da Napoli ad Atlanta c’è stata un’incredibile risposta di tantissime aziende all’appello dei nostri studenti – racconta la preside Rinaldi – una reazione che dimostra quanto sia importante accendere i riflettori sulle tante eccellenze sommerse all’interno delle scuole del nostro Paese, perché per fortuna le imprese pronte ad investire sul merito ci sono”.
La mobilitazione per la missione a Boston dei tre giovani napoletani è arrivata nelle ultime ore anche dalle Università, dalla Confindustria e da numerosi istituzioni politiche.

Un lieto fine che speriamo vada anche oltre, con una bella vittoria per i tre giovani studenti napoletani.

 

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