I sistemi attuali usano tecniche che mettono a rischio i tecnici e gli ispettori deputati al controllo: utilizzare i droni sembra la soluzione migliore

Dopo la tragedia del crollo del Ponte Morandi di Genova, costato la vita a 43 persone, in Italia c’è una rinnovata attenzione allo stato di salute delle infrastrutture: molti sono i ponti e i viadotti usurati e che destano preoccupazioni nei cittadini. In molte città si è dato il via ad una serie di controlli straordinari.

Ma come si controlla lo stato di salute di un ponte? In genere si usano gli  snooper, strutture estensibili che si agganciano ad autocarri, oppure piattaforme elevatrici o nel peggiore dei casi, quando il luogo da raggiungere è particolarmente impervio, le calate in corda.

Su questo tema è intervenuto Francesco Tiramani, esperto di droni e fondatore della startup Sky View: “I sistemi tradizionali spesso hanno costi elevati, impatti negativi sulla viabilità, rischi per il personale e grandi difficoltà a raggiungere i luoghi più dispersi”, ha dichiarato, invitando a riflettere sulla possibilità di usare i droni per effettuare questo tipo di controlli.

I droni civili, a prezzi tutto sommato contenuti rispetto all’impiego di personale specializzato che corre grossi rischi, possono non solo effettuare sopralluoghi in sicurezza ma anche produrre immagini foto e video di alta qualità, utilizzando strumenti particolari come termocamere o camere multispettrali.

D’altronde già da tempo i droni vengono utilizzati nei campi più disparati e le possibilità sono infinite: proprio durante un evento organizzato dalla Sky View a Morfasso è stato dimostrata l’utilità dei droni nelle operazioni di ricerca e soccorso dei dispersi in zone difficilmente accessibili, come le montagne.

Uno spunto di riflessione che sarebbe saggio tenere in considerazione, non solo per controllare i ponti ma anche altre grandi infrastrutture.

ponte di Genova crollato
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