Biglietti omaggio per lo stadio ma anche lezioni di calcio gratuite: ecco le iniziative che il mondo del Calcio inglese mette in campo in favore dei rifugiati

Il calcio inglese apre le braccia ai rifugiati. Sono numerose le iniziative delle società calcistiche messe in campo per favorire accoglienza e inclusione dei tanti migranti ospiti nel Regno Unito. Grazie alla sensibilità dimostrata da diverse squadre, che hanno risposto positivamente ai progetti di alcune associazioni, anche internazionali, anche una partita di pallone può diventare occasione di integrazione.

A mobilitarsi ci sono società minori come la Bath Fc – che permette a intere famiglie di rifugiati siriani (10 siriane e una irachena) di assistere agli incontri sportivi che si svolgono in casa – ma anche le big della Premier League.

L’idea piace molto a uno dei tifosi più sfegatati del Bath, il regista Ken Loach, che all’Unhcr, l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, ha avuto modo di dire: “Loro (le famiglie) incontrano gente comune, si godono il gioco ed entrano a far parte della vita di tutti i giorni”.

Una piacevole forma di inclusione, insomma, che non delinea confini tra tifosi inglesi e rifugiati: tutti stanno insieme sugli stessi spalti. “Non c’è niente di meglio del calcio come collante sociale –  ha dichiarato infatti il direttore generale di Bath FC, Carole Banwell – Non importa da dove vieni dal calcio può dare alle persone un senso di scopo comune”.

L’iniziativa rientra in un più ampio progetto denominato Footbal Welcomes Refugees avviato esattamente un anno da Amnesty International e che ha già coinvolto oltre 20 club inglesi, che hanno messo a disposizione biglietti omaggio per i rifugiati interessati a seguire le partite allo stadio.

Ma a mobilitarsi in favore dei rifugiati, sono anche i giganti del calcio inglese: l’Arsenal, ad esempio, ha devoluto una sterlina per ogni biglietto venduto raccogliendo circa 400 mila sterline che sono state destinate ai bambini siriani, ai quali sono stati donati vestiti, kit e uniformi da calcio.

C’è poi il programma Football in the Community di Notts County che, gestito dalla Croce Rosse Britannica e dal Nottingham Refugee Forum, offre ai rifugiati sessioni di calcio settimanali gratuite non solo per aiutarli a stare in forma ma anche e soprattutto per farli sentire parte della comunità locale e ridurre l’isolamento sociale.

Ci sono poi singole storie, che raccontano di sogni che si avverano proprio grazie al calcio. Come quello di Nadim, fuggita dall’Afghanistan a 12 anni, e a gennaio divenuta attaccante nella squadra femminile del Manchester City.

Ma la gioia più grande la regalano i bambini. A Bath, dopo l’incontro casalingo, i piccoli rifugiati invadono il campo perché possono finalmente giocare loro. “Hanno attraversato cose terribili – osserva Harris – quindi è fantastico vederli tutti eccitati che si divertono come matti”.