Ministero dell’Interno, Figc e Anci hanno firmato un protocollo per l’inclusione sociale. Protagonista il calcio e gli immigrati minori e neo maggiorenni

Calcio per inclusione sociale: arriva il protocollo

Il calcio è, senza dubbio, uno degli sport più popolari nel mondo. Una di quelle attività in grado di coinvolgere e far interagire anche giovani molto diversi tra loro, per lingua, provenienza, cultura, vita. E’ partendo da qui che, lo scorso 15 gennaio, Anci, Ministero dell’Interno e Figc hanno siglato un protocollo a favore dell’inclusione sociale dei minori e dei neo-maggiorenni stranieri proprio attraverso il calcio.
A sottoscriverlo, presso il Viminale, sono stati Geranda Pantalone, Capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, Veronica Nicotra, Segretario generale dell’Anci, Michele Uva, Direttore generale della Figc, il tutto alla presenza del Ministro dell’Interno Marco Minniti. Ma in cosa consiste questo protocollo e a cosa porterà?

Calcio per inclusione sociale: obiettivi

L’iniziativa, fortemente voluta da Anci, Figc e Ministero dell’Interno, va ad ampliare il progetto Rete!, già presentato nel 2015 dalla Figc con obiettivi simili. Punta ad accompagnare e a formare completamente ragazzi accolti nel sistema nazionale, minorenni e non, in modo da favorire la socializzazione, i comportamenti etici, l’educazione ai valori positivi e la cooperazione, necessaria in una squadra. Tutto questo puntando nello specifico sul calcio per inclusione sociale.

“Il protocollo che abbiamo firmato oggi – ha detto il Direttore Generale Figc Michele Uva – ha un grande valore e ha avuto una gestazione veloce perché tutte le Istituzioni coinvolte sono mosse dagli stessi obiettivi. Negli ultimi anni la Federazione ha portato avanti Rete! in maniera sperimentale, adesso ampliamo ancora il nostro raggio d’azione perché i risultati sono stati più che positivi. La Figc – ha continuato il Dg – è felice di assumersi i costi di questo progetto che rappresenta un investimento per un futuro migliore”.

Calcio per inclusione sociale: i protagonisti in campo

Per far sì che tutto questo sia possibile, Ministero dell’Interno, Anci e Figc scenderanno in campo con ruoli ben definiti. Al Ministero (insieme alle Prefetture) spetterà la responsabilità di individuare delle strutture dove accogliere i minori stranieri non accompagnati e i neo maggiorenni. All’Anci, invece, insieme al Servizio Centrale (Sprar), spetterà il compito di rendere attuabili le pratiche sportive nei vari territori comunali. Alla Figc, infine, il ruolo di formatrice: la federazione, infatti, organizzerà degli interventi volti ad assicurare formazione tecnica, educazione alimentare, tutela sanitaria per far sì che le attività sportive possano realizzarsi nel modo corretto.

Un altro passo in avanti a favore di uno sport che non è soltanto competizione, ma anche, anzi, soprattutto, inclusione.