Attenzione ai claim e alle pubblicità: non sempre quanto dichiarato in etichetta corrisponde agli effetti dei prodotti alimentari.

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Con l’estate aumentano gli spot di alimenti e bevande che promettono di snellire, disintossicare, reintegrare e chi più ne ha più ne metta. Come in ogni circostanza è bene stare attenti perché non è tutto oro quel che luccica e quando si tratta di alimentazione l’attenzione non è mai troppa. Non sempre, infatti, le pubblicità rispettano le norme che riguardano l’impatto sulla salute degli alimenti. E se è vero che nessuno si aspetta miracoli, d’altra parte è lecito aspettarsi almeno quanto indicato in etichetta.

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Un’indagine condotta in Francia, in particolare, ha messo in luce un dato preoccupante che riguarda la produzione alimentare (fonte ilsalvagente.it). Ovvero, sono state rilevate anomalie pari al 44% in oltre trecento stabilimenti. E i numeri sono ancora più elevati se dal fisico si passa al mondo online: in rete, infatti, si evidenzia il 69% di anomalie.

Tra le anomalie più fuorvianti, per esempio, ci sono le indicazioni terapeutiche di molti prodotti alimentari. Attenzione, dunque, a diciture quali “da usare in caso di raffreddore”. Non fidatevi troppo neppure di indicazioni generiche come “superfrutta” o “detox”: nella maggior parte dei casi sono claim arbitrari. In maniera analoga, quindi, sono state segnalate anche non conformità rispetto alle indicazioni autorizzate. In questo caso, il rischio di frode, o anche solo di illusione, è dietro l’angolo.

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Articolo di Paola M. Farina

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