Legambiente festeggia il ritorno della starna italica in natura invitando a riflettere sulla biodiversità

loading

La starna italica sta tornando in natura. E questo è un bel successo. Soprattutto perché tutti concordano sull’importanza di salvaguardare animali esotici. Non tutti però sanno che ogni giorno molte specie, meno note e affascinanti, rischiano di estinguersi nell’indifferenza generale.

LEGGI ANCHE : >> Le api hanno sete e perdono peso ogni giorno

Legambiente celebra il ritorno della starna italica

“Proprio partendo da questo presupposto abbiamo scelto di raccontare il successo di un progetto europeo che sta riportando la starna italica (Perdix perdix italica) in natura, in maniera ironica e divertente”. Queste le parole di Antonino Morabito, responsabile Fauna e benessere animale di Legambiente. Come? “Tramite un nuovo e breve video realizzato da Next New Media, che vuole attirare l’attenzione sulla nostra biodiversità. Ironizzando simpaticamente sulla moda delle vacanze esotiche e green a sostegno di specie rare che spesso (per fortuna) riescono ad attrarre l’attenzione e a mobilitare anche grandi aziende e testimonial famosi”.

La starna italica, fino al secolo scorso diffusa in vaste aree del nostro Paese e oggi considerata formalmente estinta in natura, ha finalmente concrete chances di tornare a cantare nei campi di cereali.

Il progetto Life Perdix

Il progetto europeo Life Perdix sta riportando nelle aree di ambientazione costruite nella Valle del Mezzano (FE) i nuovi nati che potranno col tempo ripopolare la zona. Questo dopo un’accurata selezione genetica condotta dagli esperti di ISPRA e l’allevamento delle coppie geneticamente selezionate da parte del personale tecnico dei Carabinieri Forestali del CUFA presso il Centro faunistico di Bieri (LU).

Gli obiettivi

Il progetto prevede la mitigazione delle minacce nell’area di rilascio e la collaborazione delle componenti venatorie, cinofile, agricole, ambientaliste. Oltre alla costituzione di una popolazione vitale di Starna italica all’interno della ZPS Valle del Mezzano. Con la previsione di oltre 2.200 coppie a fine progetto grazie a precise azioni di selezione genetica, allevamento, conservazione e messa in sicurezza dei nuovi individui.

Foto: Shutterstock