Una ricerca del 2017 ha analizzato misure e fertilità dai primi del ‘900 ad oggi: i risultati non sono incoraggianti

La notizia non è nuova nel mondo della scienza: l’inquinamento da prodotti chimici interferisce con la fertilità umana, colpendo ovuli e spermatozoi ed atrofizzando i genitali, sia maschili che femminili.

Uno studio condotto nel 2017 è diventato poi la base per un libro, Count Down: How Our Modern World Is Threatening Sperm Counts, Altering Male and Female Reproductive Development, and Imperiling the Future of the Human Race della dott.ssa Shanna H. Swan, una rinomata epidemiologa ambientale e riproduttiva.

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Secondo la dottoressa Swan, che è professoressa in Environmental Medicine and Public Health alla Icahn School of Medicine di Mount Sinai, New York City, gli uomini andrebbero incontro a restringimento del pene, disfunzioni erettili e una conta bassa di spermatozoi, mentre le donne sarebbero meno fertili a 20 anni rispetto a quanto lo fossero le loro nonne a 35. La colpa di questo drammatico problema di fertilità è da rintracciare nella plastica che viene assorbita dall’organismo tramite prodotti industriali, anche alimentari.

Lo studio del 2017 aveva evidenziato un crollo nel numero degli spermatozoi in Occidente fra il 1973 e il 2011, addirittura del 59%: un dato preoccupante, legato secondo il team di scienziato che lo ha condotto all’esposizione agli ftalati, sostanze chimiche che si trovano nella plastica (ed anche nei giocattoli). A ridursi è stata anche la distanza anogenitale (AGD), che sarebbe calata addirittura del 100% dal 1912 ad oggi.

Ma qual è l’inquinamento chimico che porta questi danni? Come detto principalmente quello da plastica, ma BPA, ftalati, parabeni e atrazina si trovano in moltissimi prodotti di uso comune, fra cui erbicidi, prodotti di bellezza, dentifrici, guanti in plastica usati nell’industria alimentare, shampoo, cosmetici, cibi in scatola e additittura cuscini.

Evitare questo tipo di contaminazione sembra dunque quasi impossibile: tra le raccomandazioni della dottoressa, evitare il più possibile la plastica nella vita quotidiana e cercare sempre di fare attenzione alle etichette dei prodotti, anche se gli elementi nocivi potrebbero non essere segnalati. Uno stile di vita improntato al bio potrebbe mettere al riparo i vostri genitali e quelli dei vostri figli.