100% italiano, con oltre l’80% di acido oleico, è un modello di sostenibilità da ogni punto di vista. Tecnologia, agricoltura di precisione, tracciabilità

Buono e “green”, l’olio di girasole scala la vetta del mercato dei semi oleosi. 100% made in Italy e con oltre l’80% di acido oleico, è un modello di sostenibilità sotto ogni punto di vista. Tecnologia, agricoltura di precisione e tracciabilità.

Lo conferma Assitol, l’Associazione Italiana dell’Industria olearia, presente alla nona edizione di Olio Officina Festival. L’evento, ideato e diretto da Luigi Caricato, si è svolto dal 6 all’8 febbraio presso il Palazzo delle stelline a Milano.

Leggi anche: Tassa sulla carne: la proposta in Parlamento europeo per ridurre i danni all’Ambiente

“È una delle grandi novità nel panorama agroalimentare il consumatore ne sa ancora poco, ma ci chiede produzioni sostenibili e italiane e l’altoleico va proprio in questa direzione” – ha spiegato Carlo Tampieri, presidente del Gruppo oli da semi di Assitol.

Olio di girasole: “Non è un Ogm ma una differente varietà dell’originale”

Come spiegano dall’associazione, l’olio di girasole altoleico non è un Ogm ma una differente varietà dell’originale ottenuta grazie all’incrocio di diversi ibridi. Nonostante alla vista siano identici, quello che cambia è la loro composizione. Si tratta, infatti, di una varietà con un alto contenuto di acido oleico, grasso monoinsaturo presente anche nell’olio di oliva, ma non nel girasole convenzionale, consigliato per le sue qualità salutistiche e per la resistenza alle alte temperature.

Attualmente il 90% del girasole coltivato in Italia appartiene a questa varietà, per una produzione di semi di 270 mila tonnellate. Cifra che però è insufficiente a coprire la domanda interna ed estera. Questo perché l’olio di girasole è utilizzato nell’alimentare, nella zootecnia e per il biodiesel.

Un vero e proprio modello di sostenibilità, perché dagli scarti si ricava energia verde mentre l’acqua viene impiegata per il raffreddamento degli impianti, così come nella coltivazione. Horta, un’impresa spin off dell’Università Cattolica di Piacenza, ha elaborato un sistema 4.0 che aiuta gli agricoltori a gestirei modo sostenibile la coltura e i trattamenti fitosanitari.

acqua ambiente energia