La cartiera di Roccavione, fallita nel 2012 e salvata dagli operai nel 2015, è impostata sull’eco-sostenibilità: ed è la dimostrazione che si può avere un’impresa fiorente a impatto zero sull’ambiente

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La cartiera Pirinoli, a Roccavione, nel cuneese, è un vero e proprio pezzo di storia: pensate che la prima macchina continua per la fabbricazione della carta in rotoli fu acquistata dai fratelli Pirinoli all’esposizione universale di Parigi del 1889. Un viaggio che da allora non si è mai arrestato, fra alti e bassi: il punto più basso, uno di quelli da cui si può solo rinascere, il fallimento del 2012.

Da allora, una nuova vita: la fabbrica è stata salvata dagli operai e dai dipendenti, che rimboccandosi le maniche tutti insieme l’hanno fatta ripartire nel 2015. La cartiera Piniroli non è solo tornata a vivere, ma è diventata il simbolo del futuro e del cambiamento: completamente eco-sostenibile, produce carta e cartone per imballaggi a partire dalla carta riciclata nella raccolta differenziata.

Negli ultimi 10 anni, il mercato della carta è completamente cambiato: con il crollo del mercato editoriale si usa sempre meno carta “pregiata”, per libri e riviste, e sempre più carta da imballo, spinta dall’espansione dell’e-commerce che prevede la spedizione a domicilio. Da Piniroli il processo parte dal macero ed è improntato alla completa sostenibilità ambientale: le materie prime sono riciclate, l’energia necessaria per i macchinari viene co-generata riutilizzando l’acqua, quella stessa acqua, impiegata per i processi di produzione, che viene filtrata e riciclata.

L’impatto ambientale di questa cartiera è minimo, mentre il suo volume d’affari è tutt’altro che trascurabile: la dimostrazione che quando si vuole è possibile attuare, con successo e senza danni economici, il modello di economia circolare che non prevede rifiuti, ma solo risorse.

foto @shutterstock