Le recenti preoccupazioni di Torino ci portano ad interrogarci sull’inquinamento nelle nostre città e ci lancia degli allarmi. Vediamo come si evolve la situazione negli altri paesi: il caso limite è l’India

Con l’inquinamento atmosferico non si scherza: lo sappiamo bene in Italia, dove lo smog presente nell’aria di Torino ha raggiunto livelli da primato, specie a causa degli incendi della Val di Susa.

Disastri ambientali che possono causare non solo il degrado del patrimonio naturale del nostro Paese, ma anche effetti deleteri sulla nostra salute. Viene calcolato infatti che gli incendi boschivi in prossimità delle città peggiorino la qualità dell’aria al punto da far salire a picco i tassi di rischio mortalità per cause respiratorie o cardiovascolari.

Non che in altri paesi se la passino meglio, purtroppo.

Mentre in Europa si tenta di adeguarsi agli accordi di Parigi, il caso limite viene da Nuova Delhi, dove una nube tossica sta rendendo impossibile la vita dei suoi 15 milioni di abitanti. I livelli d’inquinamento della città sono anche 30 volte superiori agli standard OMS per un’aria salubre e le conseguenze vanno dai problemi di respirazione fino al forzato stop di voli, treni e scuole.

Sono ben note le ragioni di questo incredibile inquinamento: il traffico fuori controllo sia nei circuiti urbani che in quelli extra-urbani, l’alto numero di cantieri aperti e di emissioni tossiche, l’aumento della polvere che si solleva dai terreni agricoli per via della stagione secca, migliaia di incendi che si sviluppano tutt’intorno alla città.

È anche recente la notizia – certificata dall’Università del Maryland in collaborazione con il Goddard Space Fligh Center della NASA – che l’India ha superato la Cina in un record davvero poco invidiabile: è il paese subcontinentale quello che produce il maggiore inquinamento atmosferico da anidride solforosa del mondo.

Livelli mai raggiunti prima, che però hanno l’amaro sapore di un avvertimento. La soluzione a tutto non può che essere un aumento della consapevolezza pubblica rispetto al problema della qualità dell’aria, nonché un impegno comune e cosciente dei cittadini che possa davvero produrre un cambiamento globale.